In località Maggio, nel comune di Ozzano dell’Emilia, in provincia di Bologna, si trova il sito archeologica di Claterna, antica città romana sepolta, unico centro sulla Via Emilia a livello regionale a non aver avuto continuità abitativa. Lo ricorda Daniele Marchetti (Ln) in un’interrogazione presentata in Regione nella quale chiede alla Giunta se siano ancora in essere collaborazioni tra soggetti pubblici e privati al fine di valorizzare il sito archeologico e se l’Istituto per i beni culturali (Ibc) si sia mai occupato della promozione turistica e didattica di Claterna.
Gli scavi finora effettuati – si legge nell’atto ispettivo – hanno messo in luce il foro, con resti di edifici pubblici e religiosi, il teatro, strade, case e fognature nonché reperti di notevole interesse fra cui vasellame, suppellettili, monili, mosaici (uno policromo di età augustea è fra i più belli rinvenuti in regione), iscrizioni, monete. Oltre all’attività di scavo, grazie alla collaborazione fra Soprintendenza archeologica, Università di Venezia e Licei bolognesi (attraverso il progetto Alternanza scuola-lavoro nel 2017, in soli tre mesi, sono stati coinvolti circa 300 studenti) è stata musealizzata la Domus dei Mosaici e dal 2013 è stata avviata la ricostruzione in elevato, sulla base delle tecniche costruttive osservate e documentate nelle operazioni di scavo, di una importante domus detta ‘del fabbro’, dislocata a ridosso della Via Emilia. Da diversi anni, infine, sono condotte in loco attività didattiche con la partecipazione degli studenti delle scuole elementari dei comuni di Ozzano dell’Emilia e Castel San Pietro Terme e di altri istituti scolastici del bolognese.
Marchetti, pertanto, domanda all’esecutivo regionale “se e come intenda valorizzare il sito archeologico Claterna, ideale completamento del quadrilatero storico-archeologico-museale rappresentato dal Museo della Preistoria Luigi Donini di San Lazzaro di Savena, dal Museo e Parco archeologico Etrusco Celtico di Monte Bibele di Monterenzio dal Museo Villanoviano di Villanova di Castenaso”.
(Luca Govoni)