“Siamo preoccupati che la Regione indichi linee di indirizzo su come fare comunicazione sul tema dell’immigrazione”. Lo annuncia in question time in Aula, Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord, facendo riferimento alla Carta di Roma, il protocollo deontologico per giornalisti e comunicatori, scritto dal consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (Odg) e dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) con l’Alto Commissariato delle Nazioni unite, per una corretta e rispettosa informazione su rifugiati, richiedenti asilo, vittime di tratta e migranti. In particolare il consigliere punta il dito sul documento della Regione Emilia-Romagna allegato alla Carta sul “ruolo della comunicazione pubblica di fronte alle sfide dell’immigrazione” dove “vengono date definizioni e schemi ai giornalisti” e si chiede di stralciare alcuni termini come “clandestino” preferendogli la parola “migrante irregolare”, minando così “la libertà di espressione sancita dalla Costituzione”.
Ma non si tratta di “censura” secondo l’assessore per le politiche sociali e vicepresidente regionale, Elisabetta Gualmini, che “senza entrare nel merito della questione migratoria” specifica che la Regione si è limitata a declinare i criteri stabiliti da Ordine e Fnsi per una terminologia appropriata soprattutto dal punto di vista giuridico. “Le persone che sbarcano nel nostro paese tecnicamente sono richiedenti asilo, perché manifestano la volontà di richiedere protezione internazionale nel nostro paese”, specifica Gualmini, “per questo il termine clandestino risulta scorretto. Non c’è alcuna volontà di uccidere la libertà di stampa”.
Ma Fabbri non si dichiara soddisfatto della risposta dell’assessore: “Abbassare i toni su questo tema favorisce il traffico di immigrati. La Regione continua a non capire che manca il contatto con la realtà”.
(Francesca Mezzadri)