E’ iniziata in Assemblea la discussione sul progetto di legge “Legge comunitaria regionale per il 2017”. Di seguito, la sintesi degli interventi dei due relatori, Gianni Bessi (Pd) per la maggioranza e Daniele Marchetti (Lega nord) per la minoranza, che si confrontano sui contenuti del provvedimento.
“Semplificazione, partecipazione, integrazione, sviluppo”. Sono le quattro parole chiave che Bessi (Pd) utilizza per caratterizzare gli obiettivi della legge, che rappresenta il momento principale della cosiddetta ‘fase discendente’, con cui si adegua, ormai a cadenza annuale, l’ordinamento regionale a quello europeo. Il testo – ricorda il relatore – incide su varie materie: dalle attività produttive, “con importati novità per turismo, commercio e energia”, all’agricoltura, “con il recepimento e l’integrazione della disciplina sanzionatoria dettata per il vitivinicolo” e con le “disposizioni che puntano ad allineare la normativa regionale del settore apistico e della caccia di selezione al cinghiale”. La legge si occupa anche di “sale cinematografiche”, per quanto riguarda il settore cultura, “dell’abbattimento del digital divide attraverso la società dell’informazione, che consente a Lepida SpA (società in house della Regione) di offrire al pubblico per conto degli enti locali l’accesso ad internet in wi-fi” e di “editoria locale”. La Regione, infine, attraverso questa norma, “promuove l’istituzione di Europass, un ufficio di collegamento per i rapporti con Efsa (l’Ente europeo sicurezza alimentare con sede a Parma) e l’insediamento a Bologna del Centro europeo per le previsioni metereologiche e sviluppo della società dell’informazione.
Da sottolineare – segnala Bessi – anche il cosiddetto “Collegato alla legge comunitaria per il 2017” con cui si attua un “forte processo di semplificazione e revisione normativa” con l’abrogazione di 78 leggi regionali varate negli anni ’90 in modo da “evitare la stratificazione di norme” e “rendere più comprensibile la legislazione regionale”. Con questa legge – conclude – “si entra nel vivo dell’Europa, del suo ordinamento e delle scelte normative che essa conduce”. Si tratta quindi “di contribuire alla costante interazione e integrazione tra la Regione Emilia-Romagna e l’Europa”, un “grande progetto in continua evoluzione”.
Critico il parere del relatore di minoranza Marchetti (Lega nord): “ogni anno – commenta – la legge comunitaria viene usata come una sorta di ‘milleproroghe’ dove infilare di tutto e quella del 2017 non si smentisce”. Il consigliere si sofferma quindi sui vari temi, dalla viticultura, al settore apistico, alla caccia, all’energia, puntando, in particolare, il dito sulle “note dolenti”: il commercio ambulante e la direttiva Bolkestein a cui è legato. “Conosciamo bene – rileva – i danni provocati dalla famigerata direttiva, che affrontiamo anche con questa legge, andando a precisare (art.14, c.2) che le assenze dalle postazioni dovute alle riassegnazioni, procedura imposta dalla Bolkestein, non vengono conteggiate ai fini della revoca dell’autorizzazione. Sostanzialmente si mette una pezza a quello che sarebbe stato l’ennesimo danno provocato dalla direttiva. Inoltre – aggiunge – mentre ora i contributi a favore delle imprese del settore del commercio, della somministrazione di alimenti e bevande e dei servizi, ottenuti tramite i consorzi fidi, sono limitati ad attività con sede legale e operativa in Emilia-Romagna, con la modifica operata dalla legge comunitaria 2017, la sede legale sul nostro territorio regionale non sarà più necessaria”.
“Fuori luogo”, poi, sono – a suo avviso – le modifiche in tema di turismo, che “non c’entrano nulla con l’Europa” ma riguardano “la volontà di rivedere una normativa recente che evidentemente non soddisfa”, con il “rischio di commettere altri errori” decidendo di non intervenire con un provvedimento ad hoc. Ma non mancano le perplessità neppure sull’istituzione di Europass, per la “mancanza di una strategia ben precisa”.
A seguire il dibattito che si concluderà nella seduta pomeridiana e il voto.
(Antonella Celletti)