L’Assemblea legislativa ha approvato la “Legge comunitaria regionale per il 2017” e il relativo collegato (abrogativo di leggi, regolamenti e singole disposizioni normative regionali), atto legislativo col quale si adegua il sistema normativo regionale a quello europeo, recependo le modificazioni e le novità introdotte dall’Unione europea. Hanno votato a favore Pd, Si e Misto-Mdp, contrari M5s, Ln, Fi, Fdi-An e AltraER.
Al progetto di legge sono stati presentati 31 emendamenti: 3 a firma Tommaso Foti (Fdi-An), di cui uno approvato; 2 a firma Massimiliano Pompignoli e Daniele Marchetti (Ln) e 1 a firma Pompignoli, respinti; 1 a firma Fabio Rainieri (Ln), respinto; 1 a firma Giorgio Pruccoli (Pd), approvato; 5 a firma Silvia Piccinini (M5s), respinti; 16 a firma Andrea Bertani (M5s), respinti; 1 a firma Giuseppe Boschini e Gianni Bessi (Pd), approvato; 1 a firma Igor Taruffi e Yuri Torri (Si), respinto. Presentati, inoltre, 3 ordini del giorno: 1 a firma Raffaella Sensoli (M5s), respinto, 1 a firma Bertani (M5s), approvato grazie a un emendamento sottoscritto da Bessi (Pd) e Piccinini (M5s), e 1 a firma Piccinini (M5s), respinto.
Numerosi i consiglieri intervenuti in sede di dibattito.
Silvia Piccinini (M5s) ha criticato la prassi della Giunta di utilizzare la legge comunitaria, che dovrebbe semplicemente adeguare il corpus giuridico regionale a quello europeo, per apportare modifiche a norme regionali estranee al meccanismo di adeguamento legislativo. Siamo di fronte – ha affermato la consigliera – a una sorta di legge omnibus che viene utilizzata per aggiustamenti normativi di nessuna pertinenza. Infine, ha illustrato gli emendamenti presentati dai 5 stelle, che vanno dalla proposta di metodi ecologici per il contenimento dei cinghiali al riconoscimento di una quota maggiore dei contributi regionali a favore delle piccole imprese commerciali che operano nelle zone più svantaggiate del territorio come la montagna.
Per Tommaso Foti (Fdi-An) la legge comunitaria regionale, così come viene concepita dalla Giunta, vale a dire un contenitore buono per tutti gli interventi di manutenzione legislativa, finisce per perdere il rango di norma dedicata al recepimento delle disposizioni europee. Siamo di fronte – ha evidenziato il capogruppo – a un profluvio di norme che abbracciano lo scibile delle materie di competenza della Regione, dalla caccia di selezione al cinghiale all’energia, dal Data centre del Centro meteo europeo all’apicoltura e che, per questo motivo, prestano il fianco a forzature e refusi. Da qui l’invito alla Giunta a ritornare allo spirito e alla vera funzione della legge comunitaria. “La chiarezza legislativa- ha concluso- è doverosa nel rispetto della democrazia e dei cittadini”.
Silvia Prodi (Misto-Mdp), pur ritenendo coerente l’impianto normativo della legge comunitaria regionale, ha criticato il contenuto dell’articolo 27, che prevede royalties a favore dei Comuni nel cui territorio dovesse essere autorizzata l’estrazione di idrocarburi, in quanto delinea uno scenario in aperto contrasto con il Piano energetico regionale. In conclusione, pertanto, la consigliera richiama la Giunta al rispetto delle scelte politiche in materia di energia, che puntano in modo deciso e non reversibile su green economy e superamento a fonti energetiche climalteranti.
Igor Taruffi (Si), richiamando la modifica alla legge regionale del sistema fieristico, che, pur dettata dalla necessità di recepire una sentenza della Corte di giustizia europea, la Giunta ha deciso di inserire nella manovra di assestamento al bilancio di previsione, ha sottolineato come sarebbe stato più coerente prevederla nel testo della legge comunitaria. In tema di energia, inoltre, il capogruppo di Si ha annunciato la presentazione di un emendamento finalizzato ad abrogare l’articolo 27, ritenuto in contrasto con le scelte politiche regionali che hanno dato vita al Piano energetico. Infine, ha intestato alla sinergia fra istituzioni il merito della rilocazione a Bologna del centro dati del Centro meteo europeo.
Andrea Bertani (M5s) ha criticato il contenuto dell’articolo 27, puntando il dito contro i 31 permessi di ricerca di idrocarburi sbloccati dalla Giunta, che, nel tempo, potranno diventare permessi di coltivazione dunque di estrazione. L’unica misura compensativa legittima – ha sottolineato il consigliere, è quella per i Comuni il cui territorio è già interessato da permessi di coltivazione di idrocarburi, che, attraverso un emendamento, intende venga riconosciuta con effetto immediato. “Nuovi permessi- ha concluso- sono incompatibili col Piano energetico regionale, dunque l’articolo in questione va abrogato”.
Fabio Rainieri (Ln), etichettando la legge comunitaria regionale come una sorte di provvedimento Milleproroghe, ha criticato la riproposizione di Europass, ufficio di raccordo tra l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, e le istituzioni nazionali e regionali, che si configura come una copia più brutta e ugualmente costosa di un’istituzione precedente, chiusa per manifesta inutilità. “La Giunta- ha concluso il consigliere- si impegni a evitare che Europass diventi un ufficio di collocamento per politici locali trombati”.
Ha concluso il dibattito il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che, in riferimento al recepimento delle norme europee, alla coerenza fra queste e le politiche della Regione nonché al livello di impiego dei fondi strutturali europei e all’efficacia del loro utilizzo, ha proposto di dedicare una prossima seduta dell’Assemblea legislativa, verosimilmente nel prossimo mese di ottobre, a quello che potrebbe configurarsi come un bilancio di metà mandato. “Avremo l’occasione- ha detto il presidente- di fare il punto, anche con la partecipazione delle parti sociali, sui risultati del Patto del lavoro, sulla situazione complessiva dell’economia della regione e sull’obiettivo della crescita sostenibile”.
(Luca Govoni)