Sanità e welfare

L’Aula approva il piano sociale e sanitario 2017-2019

Per Zoffoli (Pd) il piano “indica una nuova visione del welfare”. Per Sensoli (M5s) “restyling parziale del vecchio piano”. Critiche al provvedimento anche da Lega e Fdi-An, Sinistra italiana opta per l’astensione

L’Assemblea legislativa approva il piano sociale e sanitario 2017-2019: sì di Pd e Mdp (misto), contrari Lega nord, Movimento 5 stelle e Forza Italia, astenuta invece Sinistra italiana.

Un documento, ha rimarcato il relatore di maggioranza Paolo Zoffoli (Pd), “che indica una nuova visione del welfare, punta a un ammodernamento e a un miglioramento dei servizi, adeguando le risposte ai nuovi bisogni e alle nuove esigenze di una società che negli ultimi anni è profondamente cambiata”. Il provvedimento, ha sottolineato, si basa “sulla realizzazione di una forte integrazione sociale, socio-sanitaria e sanitaria”. Le linee guida del provvedimento, ha concluso, “afferiscono alla lotta all’esclusione sociale, alla fragilità e alla povertà, alla centralità del distretto come forma di gestione territoriale, alla promozione di un welfare comunitario dinamico e delle responsabilità, alla creazione di reti sociali in grado di corresponsabilizzarsi e co-progettare e all’impegno sulla formazione”.

“Sorprendente- è quindi intervenuta la relatrice di minoranza Raffaella Sensoli (M5s)– che senza una approfondita valutazione sui risultati del piano socio e sanitario precedente si presenti una proposta che altro non è che la riproduzione del vecchio provvedimento con un’opera di restyling parziale”. La consigliera è poi intervenuta sul tema legalità: “Gli interessi, non sempre legittimi, che ruotano intorno al sistema sanità e sociale hanno dimostrato come sia necessario mantenere alto il controllo e la vigilanza, come ben testimonia la relazione dell’Anac”. Da troppi anni, ha concluso l’esponente del M5s, “assistiamo a un sistema di governance pubblica sempre più vittima di clientelismi, sprechi e corruzione, una sanità che avvantaggia sempre più gli enormi interessi privati a discapito della tutela della salute pubblica di tutti i cittadini”.

Il nuovo piano, ha rimarcato Daniele Marchetti (Ln), “non è altro che un mero atto di indirizzo, un documento con cui la Giunta fissa obiettivi senza dirci come verranno raggiunti”. È necessario, ha aggiunto, “rivedere le politiche regionale sul sociale, penso al fondo regionale per la non autosufficienza con linee guida ormai datate”. Stesso problema, ha ribadito, “per la sanità, contestiamo la riorganizzazione dell’intero sistema”. Se mancano le risorse, ha concluso il consigliere, “come ha dichiarato oggi Bonaccini, la strada è quella di una maggiore autonomia dallo Stato centrale, come chiedono Lombardia e Veneto”.

Tommaso Foti (Fdi-An) ha citato la relazione della Corte dei conti 7 luglio 2017, attraverso la quale si evidenziano delle anomalie nella gestione finanziaria del sistema sanitario, in particolare relativamente alle spese farmaceutiche e ai costi sul personale: “La macchina ha i suoi pregi e i suoi difetti, a quanto pare c’è più ambizione che perfezione”. Nel prossimo quinquennio, ha poi rimarcato, “il sistema sanitario emiliano-romagnolo rischia grosso: saranno 1.048 i medici di medicina generale ad andare in pensione e altri 1.000 potrebbero chiedere il pensionamento anticipato, mentre ad essere formati saranno solo in 400, analoga è la situazione dei medici pediatri”.

Per Antonio Mumolo (Pd) “il piano deve occuparsi anche di quelle persone prive di residenza anagrafica, per consentire loro l’iscrizione al sistema sanitario e quindi l’accesso alle cure di base”. Queste persone, ha sottolineato, “sono oggi costrette a rivolgersi al pronto soccorso, con un aggravio dei costi a carico della collettività, oppure è il volontariato a sostituirsi al sistema sanitario”.

Silvia Prodi (Mdp-misto) ha invece presentato un ordine del giorno, sottoscritto anche da Zoffoli e approvato dall’Assemblea, con il quale ha chiesto di “garantire la maggior accessibilità possibile alle case della salute, un’assistenza h24, capillare e quindi vicina ai territori e di grandi competenza da parte degli operatori del settore”.

“Il Piano tocca punti importanti e condivisibili- ha sottolineato Igor Taruffi di Sinistra italiana– staremo però attenti nella discussione sulle schede attuative per fare in modo che i principi sacrosanti espressi siano inseriti nella fase successiva. Certo, anche noi pensiamo che la sanità ha delle criticità, ma siamo consapevoli che partiamo da un contesto che ci vede tra le regioni migliori sul tema. E la responsabilità in ambito sanitario, è da ricordare, non è di quello o questo ente ma è condivisa per il metodo che la legislazione di questa Regione si è data”.

Giulia Gibertoni (M5s) ha presentato un ordine del giorno con cui ha chiesto “di garantire l’accesso ai servizi assistenziali senza caparre o depositi cauzionali: non tutti i centri la chiedono ma dove lo fanno precludono l’accesso a chi non è in grado di recuperare queste somme”.

Anche Yuri Torri (Si) ha presentato un ordine del giorno con cui ha chiesto di “trovare soluzioni alla carenza di organici sanitari”. La Giunta, ha sottolineato, “in Conferenza Stato-Regioni deve portare avanti questo tema per avere più medici e soddisfare meglio le esigenze dei territori”.

Gabriele Delmonte (Ln) ha chiesto alla Giunta, attraverso la presentazione di un ordine del giorno sottoscritto anche da Prodi, Torri e Mori, poi approvato, di “sollecitare l’Ausl di Reggio Emilia a comunicare a tutte le partorienti dei comprensori di Montecchio, Scandiano e Castelnovo ne’ Monti la possibilità, durante il rispettivo periodo di chiusura estiva, di concludere i percorsi del parto in tutti gli altri punti nascita della provincia”.

Con questo piano, ha poi rimarcato il presidente della Giunta Stefano Bonaccini, “si rafforza l’idea di welfare, tutti si devono sentire parte della comunità nella quale risiedono”. Stiamo facendo, ha aggiunto, “uno sforzo gigantesco, stiamo aumentando le risorse sulla spesa sanitaria e sul welfare, i conti sono in equilibrio, stiamo modernizzando il sistema”. Abbiamo, ha spiegato, “il più alto numero di posti negli asili nido, il fondo per la non autosufficienza più alto tra tutte le regioni italiane, stiamo diminuendo più di tutti la disoccupazione, anche femminile, abbiamo attivato lo strumento del reddito di solidarietà, oltre al patto per il lavoro e stiamo assumendo nuovo personale in sanità”.

L’Assemblea ha approvato anche un emendamento a firma Prodi, Taruffi e Torri per “consentire ai consultori familiari di esercitare compiutamente le funzioni loro assegnate”.

(Cristian Casali, Andrea Perini)

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