Con il voto favorevole di Pd, SI e misto-MdP e il no di Lega nord, M5s, Fi e Fdi-An, è stato licenziato dall’Assemblea il testo di legge che riporta il Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2016.
Roberto Poli (Pd), relatore di maggioranza, apre il proprio intervento con un richiamo al “documento della Corte dei Conti sezione regionale di Controllo per l’Emilia-Romagna relativo al Giudizio di parificazione del rendiconto” riprendendo alcuni passaggi, che, a suo avviso, “danno il senso della qualità del bilancio” regionale. “Il rendiconto – afferma – non consente solo la pur importante lettura dei numeri, ma dà anche la possibilità di misurare sul piano politico la coerenza tra le scelte del programma di mandato del presidente Stefano Bonaccini, lo stato della loro attuazione, la corrispondenza e il grado di coincidenza con quanto previsto dal bilancio preventivo 2016”: si misura, insomma, “il livello di attuazione delle politiche regionali e la loro efficacia nello stretto rapporto tra risorse, qualità delle risposte, risultati ottenuti”.
“I principi ispiratori, in continuità con il bilancio 2015, – aggiunge – partono dall’invarianza della pressione fiscale, dal contenimento delle spese di funzionamento e dall’attuazione delle scelte qualificanti del programma di mandato. La spesa è stata indirizzata su priorità come: 1) la piena copertura e il consolidamento dei cofinanziamenti dei fondi strutturali per la programmazione 2014-2020; 2) l’accompagnamento della fase di riordino istituzionale attualmente in corso; 3) il rafforzamento degli interventi di protezione sociale attraverso il fondo per la non autosufficienza e il mantenimento dei fondi sulle politiche sociali, con un nuovo intervento per contrastare la povertà di famiglie in grave difficoltà economica; 4) il sostegno alla ripresa economica in attuazione, tra l’altro, di quanto previsto nel ‘Patto per il Lavoro’; 5) gli investimenti per la tutela del territorio, per le infrastrutture viarie e per il trasporto pubblico locale”, a cui si aggiungono settori come “cultura, sport, turismo, con dati – commenta – assolutamente positivi, politiche per la parità e contro la violenza rivolta alle donne”.
“Chiudiamo il bilancio 2016 – rileva ancora Poli – con un saldo di competenza tra entrate e spese di 138 milioni di euro, rispettando i vincoli di pareggio di bilancio, avendo liberato risorse per i territori per 84 milioni di euro, con una riduzione dell’indebitamento di oltre 47 milioni di euro rispetto al 2015. Sono inoltre rispettati i tempi di pagamento e inferiori ai limiti temporali stabiliti”. “E’ quindi possibile – conclude – costruire politiche che, pur non aumentando la pressione fiscale e non introducendo nuovi ticket, possono determinare nuove tutele sociali e nuove possibilità di crescita del lavoro e dell’economia, con un’attenta azione di contenimento delle spese, una chiara impostazione delle scelte di fondo a cui destinare le risorse, attraverso il confronto e la condivisione degli obiettivi con le rappresentanze sociali ed economiche”.
Parere diametralmente opposto quello espresso da Massimiliano Pompignoli (Lega nord), relatore di minoranza, che afferma di “non condividere i contenuti della relazione di Poli, in particolare sull’interpretazione data dalla maggioranza al giudizio della Corte dei Conti”. A suo avviso, insomma, “il rendiconto presenta più ombre che luci”. Il consigliere parla di “artifici contabili” utilizzati per dimostrare un “pareggio di bilancio” e un “equilibrio finanziario” di facciata da presentare alla verifica dei giudici contabili. “La situazione al contrario è diversa” e “risulta fortemente ingessata per milioni di euro”. Pompignoli punta il dito sul “metodo non corretto di determinazione del fondo rischi legali”, come rileva la Corte dei Conti che “ha invitato la Giunta ad accantonare altri 3 milioni di euro derivante da contenziosi di natura societaria”, e sulla “situazione delle partecipate, su cui la Giunta fa solo finta di voler intervenire”. Ma le “inefficienze”, a parere del relatore di minoranza, non si fermano qui, come per esempio “la mancata copertura della perdita sulla posta della tassa automobilistica”, a cui si aggiungono le risposte negative della Giunta a richieste della Lega: in ogni occasione, infatti, l’esecutivo si trincera dietro la “mancanza di fondi a copertura, mentre emerge che a fine anno c’erano 22 milioni di euro di economie: su questi numeri – commenta – serve una riflessione perché qualcosa non torna, oltre al fatto che non si spende sui territori in modo oculato, ma si investe dove serve mantenere i consensi”. Pompignoli affronta poi la situazione dell’area del sisma del 2012, con la Corte dei Conti che segnala la presenza di 1.289 milioni di euro ancora da impegnare, e il “caso al limite dell’assurdo” del processo di riordino istituzionale” che “sta sottraendo risorse alla Regione”, mentre le nuove agenzie non decollano e di conseguenza le attività per strade, ecc. Insomma, “avete completamente svuotato le Province – conclude – e oggi ci tocca verificare quanto state distruggendo più che costruendo”.
Tommaso Foti (Fdi-An) spiega il voto negativo con un lungo elenco di motivazioni che poggiano – evidenzia – su altrettante osservazioni contenute nella relazione collegata al Giudizio di parificazione della Corte dei Conti che “dovrebbero trovare risposta”. Si passa dal tema delle partecipate e del loro riordino, alla chiarezza dei loro bilanci e ai contratti del personale, “è significativo – afferma – che la magistratura contabile non sia stata messa nelle condizioni di accertare i motivi per cui il personale di Ervet ha il contratto dei bancari e non quello del pubblico impiego” e che, tuttavia, si leggano “osservazioni lapidarie” su Lepida e su Fer. Foti commenta negativamente anche le ricadute provocate dal “falso scioglimento delle Province”. “Il personale regionale – rileva – è aumentato di 649 unità, il 22%, perché ha assorbito i dipendenti provinciali”, e punta il dito, tra l’altro, sugli incarichi affidati all’esterno, soprattutto nell’area dei patrocini legali dove a fronte di 204 affidamenti esterni sono stati solo 98 quelli interni. E’ poi la volta della sanità: sono “critiche fondate” quelle della magistratura contabile – evidenzia Foti – sull’”aumento della spesa farmaceutica, sul costo del personale e sull’incremento di consulenze e collaborazioni”.
Critico anche Andrea Bertani (M5s) che porta l’esempio del fondo affitti: nel 2016 era stato finanziato con 2,2 milioni di euro che non sono stati spesi, nel 2017 non si è ancora compreso se queste risorse saranno aggiunte agli annunciati 3,7 milioni: si tratta comunque di “un pannicello caldo” rispetto alle necessità e a fronte delle cifre messe a disposizione in anni passati. Altro punto toccato da Bertani quello delle politiche sui rifiuti, con l’incremento dell’anno passato della portata degli inceneritori e dei conferimenti in discarica. A questo proposito, il consigliere ricorda sia la lettera inviata alla Regione da Anac dove si parla di “problematiche di sistema”, sia le difficoltà in cui versa Atersir, per superare le quali la Regione dovrebbe intervenire con urgenza.
Replica alle critiche Emma Petitti, assessore al Bilancio, che ricorda come “il passaggio della Corte dei Conti sia fondamentale”, che “tutte le osservazioni sono state accolte dalla Regione” e che si deve considerare “positivo” il Giudizio di parificazione della magistratura contabile. Fra gli aspetti fondamentali del rendiconto emergono, tra l’altro, l’accentuata riduzione dell’indebitamento e i tempi di pagamento, ma anche che sono state “portate avanti in modo coerente politiche prioritarie per la Regione”, esemplificate nel sostegno alla fase di riordino, negli interventi a favore dello stato sociale e dei settori della cultura, del turismo e dello sport.
(Antonella Celletti)