Istituire una commissione d’inchiesta regionale sui fatti della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980: lo chiede Piergiovanni Alleva (Altra ER) per l’attentato che causò la morte di 85 persone e oltre 200 feriti e il cui 37° anniversario ricorre domani. “La vicenda giudiziaria ha registrato negli anni molte difficoltà fra depistaggi, false dichiarazioni, omissioni, reticenze e ingerenze di istituzioni deviate”, rileva Alleva, “nel 1995 si è avuta la sentenza definitiva da parte della Corte Suprema di Cassazione con la condanna di esponenti dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) e di personaggi della massoneria”. A settembre 2017 è però stata fissata l’udienza per la valutazione di archiviazione chiesta dalla Procura di Bologna che “non ravviserebbe in città ed in regione la presenza di organizzazioni dell’eversione stragista e di logge massoniche di stampo piduista”.
Si oppone l’Associazione dei familiari delle vittime della strage, secondo la quale “rimangono da ascoltare le rilevanti testimonianze dirette di persone informate sui fatti ed analizzare molti documenti processuali”. L’associazione, come fa notare Alleva, in tutti questi anni ha tenuto alta l’attenzione su tutte le stragi, si è impegnata sulla proposta di legge per l’abolizione del segreto di Stato nei delitti di terrorismo e ha anche aperto il Centro di documentazione storico politica sullo stragismo. “Bisognerebbe,” suggerisce Alleva, “indagare e approfondire tutti questi elementi, utilizzando anche i materiali recentemente digitalizzati e riversati negli Archivi di Stato”.
Il consigliere si riallaccia alla legge regionale 3/2016 sulle linee guida per l’approfondimento dei fatti storici, e richiama l’articolo dello Statuto regionale sulla possibilità di istituire commissioni d’inchiesta per questioni di interesse regionale. “Far luce sui tanti eventi di strage, oltre che sulla strage di Bologna del 1980, individuando una volta per tutte i veri mandanti”, secondo Alleva, sarebbe un passo importante per “restituire credibilità alle istituzioni e rendere giustizia alle numerose vittime e ai loro familiari”.
(Francesca Mezzadri)