La sperimentazione dell’assistenza ospedaliera al centro dell’interrogazione delle consigliere Raffaella Sensoli e Silvia Piccinini, esponenti del Movimento Cinque Stelle. “Da qualche anno, nella nostra regione -spiegano le consigliere- è stata avviata la sperimentazione dell’assistenza ospedaliera. Una sperimentazione in corso in undici aziende sanitarie: Usl di Piacenza, Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, Azienda ospedaliera e Usl di Reggio Emilia, Azienda ospedaliero-universitaria e Usl di Modena, Azienda ospedaliero-universitaria e Usl di Bologna, Usl di Imola, Usl di Ferrara e Usl di Forlì.
“I dubbi e le attese per queste sperimentazioni -spiegano le consigliere- sono sorti da subito e dopo pochi mesi si sono consolidati, in particolare tra il personale interno agli ospedali che ha manifestato il disagio e le difficoltà nel far fronte ai diversi bisogni assistenziali dei pazienti ricoverati. Manifestazione che non è stata intercettata dall’amministrazione regionale, principalmente perché è mancato il filtro delle organizzazioni sindacali, esautorate dalla contrattazione”. Inoltre: “Così come sviluppata la sperimentazione, se darà esito negativo produrrà effetti nefasti anche sulla riorganizzazione territoriale, ospedaliera e dei servizi sanitari”. E se qualche risultato è stato ottenuto con la sperimentazione (“In particolare in riferimento alle figure infermieristiche a cui vengono riconosciute conoscenze, competenze, offrendo loro l’opportunità di accrescere la propria professionalità”, dicono le consigliere), maggiori sono le conseguenze negative, come “i pronto soccorso intasati, soprattutto nelle grandi città, e una crescita delle liste d’attesa”.
Per questo, le esponenti del Movimento 5 stelle propongono anche un ritorno alla fase pre-sperimentazione, che “aumenterebbe i posti letto per gli acuti e restituirebbe agli operatori sanitari un sistema organizzativo in grado di valorizzare competenze professionali”. Da qui, l’interrogazione alla giunta con si chiede “quali sono i risultati prodotti dalla sperimentazione dell’assistenza ospedaliera per intensità di cura nei singoli ospedali, se non ritenga opportuno tornare alla fase precedente alla sperimentazione e se la giunta è a conoscenza delle vicende che hanno caratterizzato le riorganizzazioni dei reparti di Medicina del Maggiore di Bologna e se non ritiene opportuno, anche in questo caso, tornare alla pre-sperimentazione”.
(Margherita Giacchi)