Agire sulle Ausl perché sia garantito il diritto di accesso, il rispetto dei tempi dei pazienti e la sicurezza, oltre a puntare a un trattamento personalizzato nell’accesso ai presidi, protesi e dispositivi medici nelle patologie croniche e, inoltre, omogeneizzare sul territorio regionale modalità di erogazione del servizio. Questo il tema dell’interrogazione presentata alla giunta da Silvia Piccinini, consigliera del Movimento 5 Stelle.
“Nell’assistenza protesica e integrativa- spiega Piccinini-, così come sancito dalla Carta europea dei diritti del malato, occorre garantire il diritto all’accesso, al rispetto del tempo dei pazienti, alla sicurezza, all’innovazione, ma anche a standard di qualità definiti e a un trattamento personalizzato. L’accesso a presidi, protesi e ausili costituisce uno degli aspetti più problematici per i cittadini perché inserito in percorsi autorizzativi e di assistenza molto spesso inadeguati”.
Cita, la consigliera Piccinini, il caso di una donna di 35 anni di Nonantola, in provincia di Modena, che aveva diritto a un dispositivo per curare la sua grave patologia ai reni. “Dispositivo, però, che la paziente è dovuta andare a prendere di persona, nella sede dell’azienda produttrice a Milano, addossandosi il peso del viaggio”. Spiega, la consigliera, che “la fornitura dalla ditta produttrice era partita in tempo per Modena e che nonostante la distanza tra Modena e Castelfranco sia solo di 15 chilometri, la fornitura non è arrivata in tempo utile”.
Per questo, la consigliera interroga la Giunta perché “intervenga sulle Ausl, garantendo il diritto di accesso, il rispetto di tempi e sicurezza, evitando casi come quello della 35enne”, vuole inoltre sapere “se non ritenga opportuno adottare percorsi e soluzioni organizzative uguali tra contesti locali, evitando disparità di trattamento, omologando le stesse modalità di erogazione dei servizi su tutto il territorio regionale”.
(Margherita Giacchi)