Introdurre azioni incentivanti specifiche per risolvere il problema dell’imprenditoria giovanile che in Emilia-Romagna, a differenza di altre regioni del Nord Italia, è in calo più marcato (-4,9% il dato in regione a fine 2016, mentre in Lombardia -3,2% e in Piemonte -3,4%). Sono i consiglieri del Movimento 5 Stelle, Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi, a sottolinearlo in un’interrogazione alla Giunta dove rilevano anche che “tali criticità dovrebbero essere trattate dalla comunicazione istituzionale della Regione al pari dei presunti trionfi in campo occupazionale”. Si tratta di numeri del Registro Imprese di Infocamere, peraltro -si legge nell’atto- ripresi anche da organi di informazione “non ostili all’attuale maggioranza regionale”, che mostrano come la tendenza regionale (attestandosi a quota 29.825 imprese con un calo di 1.553 aziende) risulti più pesante di quella nazionale (496.263 aziende, pari al 9,6% con un calo del 2,8%).
Il settore in cui i giovani imprenditori fanno più fatica – segnalano i pentastellati- è sicuramente quello delle costruzioni, a cui si aggiunge “la rapida caduta dell’industria e l’ampia flessione dell’insieme del settore dei servizi, più marcata nel commercio”. Non solo, anche “l’imprenditoria femminile negli ultimi tre anni ha mostrato un andamento leggermente peggiore rispetto a quello nazionale, visto che l’Emilia-Romagna si attesta dodicesima per crescita”. Anche “l’incentivo ‘occupazione giovani’ sul piano del lavoro subordinato si sta rilevando un vero e proprio flop” secondo i consiglieri. Sarebbe opportuno, chiedono Sensoli e Sassi nell’atto, che la Regione “concretizzi le sue attività sulle vere criticità in essere, evitando di supportare con azioni mirate campagne elettorali nazionali continue, con dati trionfalistici su misure governative che sul territorio regionale non hanno portato alcun beneficio se non una penalità per i diritti dei lavoratori come il Jobs act”.
(Francesca Mezzadri)