“Garantire maggiormente, mediante l’adozione di adeguati provvedimenti, il ricorso alla distribuzione diretta dei farmaci”. A chiederlo, in un’interpellanza rivolta alla Giunta, è Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle.
La Corte dei conti regionale nel 2016, spiega la consigliera, “si era occupata anche della spesa sanitaria regionale e, parlando di quella farmaceutica ospedaliera, aveva messo in luce che l’Emilia Romagna registrava un aumento del 5,5 per cento rispetto al 2012, superando il tetto del 3,5 per cento” Nel 2017, prosegue, la Corte dei conti, nella sua analisi, ha confermato che “l’Emilia-Romagna si è attestata su valori superiori alla media nazionale (+1,6 per cento)”.
Poche strutture ospedaliere pubbliche, evidenzia la pentastellata, “rendono operativo il contenuto dell’articolo 8 della legge 405 del 2001, in base al quale le Regioni, anche con provvedimenti amministrativi, possono ‘disporre, al fine di garantire la continuità assistenziale, che la struttura pubblica fornisca direttamente i farmaci, limitatamente al primo ciclo terapeutico completo, sulla base di direttive regionali, per il periodo immediatamente successivo alla dimissione dal ricovero ospedaliero o alla visita specialistica ambulatoriale”. Infatti, aggiunge’, “la prassi dimostra che il paziente, successivamente alla sua dimissione dall’ospedale con la prescrizione di una terapia, debba assumersi l’onere di recarsi dal medico di famiglia per la prescrizione dei singoli farmaci, i quali vengono così acquistati dalla farmacia convenzionata: in questo modo l’Ausl è obbligata a rimborsare un costo rilevante al convenzionato quando, invece, con l’acquisto degli stessi farmaci per il tramite della farmacia ospedaliera, si potrebbe usufruire di un rilevante sconto e risparmiare così risorse economiche pubbliche”.
Gibertoni rileva inoltre che “c’è ancora una diffusa e immotivata diffidenza verso i farmaci equivalenti”.
(Cristian Casali)