“Valorizzare l’approccio di genere nella cura e nell’assistenza, attraverso l’implementazione di percorsi di ricerca, prevenzione, diagnosi, cura farmacologica e riabilitazione orientate all’equità di genere, in un’ottica formativa permanente, rivolta agli operatori sanitari, con l’obiettivo di fornire la conoscenza delle problematiche specifiche connesse alla diversità di genere e alla sicurezza sul lavoro”. La commissione per la Parità e i diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, ha affrontato il tema della medicina di genere nell’ambito degli obiettivi contenuti nel piano regionale sociale e sanitario 2017-2019.
La presidente Mori, nel ricordare che “la sperimentazione in questo ambito è già particolarmente avanzata in alcune aree della regione”, ha ribadito “l’impegno, nel prossimo triennio, a diffondere la pratica in tutte le Ausl del territorio”. La commissione, ha poi concluso, “monitorerà sulle azioni messe in campo”.
La consigliera Silvia Prodi (Misto-Mdp), ha ribadito l’importanza della medicina di genere, ma ha sottolineato come essa non abbia nulla da spartire con le politiche legate ai consultori. Secondo la consigliera, l’assistenza alla donna in materia di autodeterminazione e in generale di pianificazione familiare – ovvero consultori e applicazione della legge 407/75 e della 194, che norma la tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza – richiederebbe una scheda dedicata, in aderenza al testo del Piano socio sanitario regionale.
Giulia Gibertoni (M5s) ha proposto ulteriori momenti di approfondimento sulla materia. Nell’ambito della ricerca, ha chiesto vengano diffusi quegli studi clinici con dati disaggregati, al fine di rafforzare i servizi di prevenzione e promozione del benessere e della salute femminile.
(Cristian Casali)