Impegnare la giunta perché solleciti il governo a definire una norma sui criteri da uniformare per il calcolo dell’Iresa (l’imposta regionale sulla emissioni sonore degli aeromobili civili). Definendo almeno una soglia minima del rumore, per tipologia e caratteristiche, visto il costante aumento del traffico aereo. Questo al centro dei due atti, un’interrogazione e una risoluzione, firmate dai consiglieri del Movimento 5 Stelle Andrea Bertani, Raffaella Sensoli, Silvia Piccinini e Gianluca Sassi.
“La legge 21 novembre 2000 -spiegano i consiglieri- istituiva dall’anno seguente l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili, il cui gettito era destinato al completamento dei sistemi di monitoraggio, al disinquinamento acustico e all’eventuale indennizzo delle popolazioni residenti” nelle zone aeroportuali. Dal 2013, l’imposta sulle emissioni sonore degli aeromobili sono trasformate in tributi propri regionali e l’Emilia Romagna ha istituito questa imposta, tenendo conto del peso massimo al decollo e del livello delle emissioni sonore dell’aeromobile. Ma emerse che l’Iresa venne applicata in modo molto difforme da una Regione all’altra, senza giustificazioni di carattere tecnico o geografico. Inoltre, rispondendo a un’interrogazione presentata da Raffaella Sensoli lo scorso giugno, l’assessore al Bilancio Petitti rispose che “era stata disposta la sospensione dell’Iresa fino a nuovo provvedimento legislativo regionale”.
“All’aeroporto Marconi di Bologna -spiegano gli esponenti M5s- è in costante aumento il traffico aereo (+23%) con un incremento dei passeggeri rispetto al 2016 del 4,16%. A luglio 2017 la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo sui decolli e gli atterraggi e sui relativi danni da inquinamento. E l’Ausl competente -aggiungono- avrebbe disposto un’indagine epidemiologica avviando un monitoraggio per valutare gli effetti degli aerei rumorosi sulla salute degli abitanti delle zone più coinvolte dal traffico aereo, un lavoro che dovrebbe concludersi nel gennaio del prossimo anno”.
“La soppressione dell’imposta -spiegano Bertani e gli altri- ha causato un evidente danno erariale. Le istituzioni interessate scaricano l’un l’altra la responsabilità per la mancata attuazione dell’Iresa, ma i cittadini continuano a subire i danni da inquinamento acustico e ambientale”. Per questo, i consiglieri M5s chiedono alla giunta che solleciti il governo “ad attuare una normativa per uniformare i criteri per il calcolo dell’imposta e perché il futuro gettito di imposta venga destinato al sostegno del costo degli interventi necessari per contenere il rumore e compensare la popolazione”, chiedono inoltre “come intenda utilizzare il futuro gettito d’imposta, a quanto sarebbe il gettito dell’Iresa, che tipo di multe siano state inflitte e se siano state pagate”.
(Margherita Giacchi)