Il progetto di legge sul Terzo Settore ottiene il via libera dell’Aula con il voto a favore della maggioranza e l’astensione delle opposizioni. “Un progetto di legge -ha spiegato la consigliera del Pd Marcella Zappaterra e relatrice di maggioranza- che anticipa la riforma nazionale e prevede una revisione del sistema di governance dei soggetti del terzo settore, per ridefinire i rapporti con le istituzioni pubbliche e introdurre misure di semplificazione e armonizzazione nelle forme di partecipazione alla concertazione regionale e locale”.
Con questo progetto di legge, in particolare, si prevede, “attraverso l’unificazione dei due osservatori vigenti-ha spiegato Zappaterra-, l’istituzione dell’osservatorio regionale del terzo settore”, nonché dell’assemblea regionale del terzo settore che invece andrà a sostituire le due conferenze regionali del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale. Con la necessità, se serve “fra un anno, a tornare in commissione per capire se la legge funziona o se servirà apportare modifiche”. Una “grande innovazione” per il consigliere Massimo Iotti (Pd).
Soddisfatto anche Tommaso Foti (Fdi-An) relatore di minoranza del progetto di legge, “figlio di normative nazionali”, che porterà le realtà del Terzo Settore “in un quadro di profondi cambiamenti rispetto agli scorsi anni”. Anche per questo il consigliere insiste sull’urgenza di verificare l’efficacia della norma: “E’ importante che le organizzazioni del terzo settore siano messe in condizioni di lavorare come le organizzazioni di volontariato”.
Paolo Calvano (Pd) fornisce i dati: “3.500 associazioni, 723 cooperative sociali, 940.000 persone impegnate nel terzo settore, ovvero un quarto dell’intera popolazione dell’Emilia-Romagna”, illustra in Aula, “è evidente come la nostra regione sia attiva in questo campo”. La semplificazione e la sburocratizzazione, alla base del progetto di legge, “rappresentano un ulteriore stimolo alla vita sociale del territorio”, conclude il consigliere.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato un ordine del giorno per chiedere “l’adozione di codici etici e di misure di autoregolazione diretti a evitare la candidatura in organi elettivi”: odg che, però, è stato respinto con 33 voti contrari.
(Margherita Giacchi)