Un serio progetto di risanamento della rete di distribuzione delle acque, per ridurre al minimo perdite e dispersioni. Lo chiede il consigliere del M5s Andrea Bertani in un’interrogazione alla Giunta sottoscritta anche da Gian Luca Sassi e Raffaella Sensoli.
“Da fine settembre 2015, Romagna Acque, società delle Fonti spa, gestore unico delle fonti idropotabili in Romagna, ha deciso di modificare la fonte di approvvigionamento idrico al comune di Cervia dal nuovo potabilizzatore NIP2 e quindi dal Canale emiliano-romagnolo e non più esclusivamente dalla diga di Ridracoli” spiega Bertani nell’atto. I cittadini di Cervia avrebbero però lamentato diversi disagi dovuti al sapore sgradevole dell’acqua – a temperatura molto più elevata – proveniente dal nuovo potabilizzatore, che, tra l’altro, sarebbe anche maggiormente soggetta ad attacchi batteriologici. Inoltre, sottolinea Bertani, pare che tale modifica non sia stata approvata nel Piano operativo di Romagna Acque né dal Consiglio di Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti), né dai Consigli locali e neppure dalle Agenzie territoriali di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, così come stabilito dalla Convenzione regionale.
Sarebbe opportuno, suggerisce Bertani alla Giunta, ripristinare la fornitura idrica proveniente dalla diga di Ridracoli, che prima forniva almeno il 50% di acqua, almeno fino a quando non verrà approvato il Piano operativo di Romagna Acque. Oppure, – continua il pentastellato – una soluzione potrebbe essere quella di realizzare al più presto la condotta di collegamento tra il potabilizzatore NIP2 e la diga di Ridracoli per “miscelare in modo più efficace l’acqua”. I cittadini di Cervia potrebbero così disporre di un’acqua a temperatura inferiore e meno soggetta ad attacchi batteriologici.
Il nuovo potabilizzatore NIP2 dovrebbe essere usato per il Comune di Cervia “solo in caso di emergenza idrica”, secondo Bertani, “sospendendo preventivamente la fornitura ai territori extra ambito Atersir, cioè non appartenenti alla Regione Emilia-Romagna”. Infine, il consigliere chiede alla Giunta se abbia preso in considerazione l’ipotesi di “realizzare un ulteriore invaso, come quello di Quarto, in modo tale da avere maggiori disponibilità di acqua di montagna anziché di superficie” e “ridurre il prelievo da falda e dai pozzi” per la salvaguardia dell’ambiente.
(Francesca Mezzadri)