Far rispettare le decisioni del Tar del Lazio, confermate dal Consiglio di Stato, e adeguare il trattamento economico dei medici ex condotti (dottori dipendenti dei comuni italiani che prestavano assistenza sanitaria gratuita ai poveri e a pagamento agli altri cittadini sostituiti dal medico di famiglia dopo la legge del 1978). Lo chiede in un’interrogazione Tommaso Foti (Fdi-An).
Il Consiglio di Stato nel 2004, riporta Foti nell’atto ispettivo, “ha ritenuto illegittimo l’articolo 133 del decreto del Presidente della Repubblica del 1990”, confermando così anche la sentenza del Tar del 1994, che prevedeva “il congelamento del trattamento economico della categoria e l’esclusione dal percepimento delle indennità previste per il restante personale medico”.
La questione riguarda mille medici di tutt’Italia, di cui 27 in Emilia-Romagna, “che rivendicano- rimarca il consigliere- interventi perequativi di natura economica sia mediante un incremento delle retribuzione tabellari sia mediante il pieno riconoscimento del diritto al percepimento della retribuzione individuale di anzianità, dell’indennità di specifica medica e altre indennità”.
E’ lo stesso Foti a ricordare come “in molte Regioni, fra cui l’Emilia-Romagna, nei fatti le decisioni del giudice amministrativo non siano state ottemperate per il periodo contrattuale previsto, per cui le retribuzioni della categoria non sono state rideterminate in misura adeguata. Il credito complessivo è oltremodo rilevante- continua il consigliere- e continuerà a costituire un obbligo di pagamento”.
Una questione, punge Foti, di cui sono stati informati anche il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore alle politiche per la salute Sergio Venturi ma “nessuna nota, neppura di cortese riscontro è stata inviata ai mittenti”.
Per questi motivi Foti domanda nell’interrogazione “quali iniziative intenda intraprendere la Giunta per porre rimedio all’annosa questione dei medici ex condotti e se non ritenga di dover ottemperare a quanto disposto dal giudice amministrativo”.
(Andrea Perini)