Più formazione specifica per i tatuatori -o dermopigmentatori- per inserire i tatuaggi medici nelle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Lo chiede Silvia Piccinini (M5s) in un’interrogazione alla giunta sottolineando che in Italia non è stata ancora emanata una legge specifica che regoli il settore, nonostante questo tipo di attività con finalità mediche possa essere considerata “la punta di diamante del settore”. Tra i tatuaggi medici, vi sono la ricostruzione dell’areola-capezzolo, il tatuaggio cornea-occhio, la radioterapia oncologica, l’alopeceia areata, la vitiligine, la ricostruzione delle ciglia e sopracciglia, il trattamento di cicatrici… “E’ evidente,” sottolinea Piccinini, “che la valenza che assume questo tipo di attività va oltre il normale rapporto professionale tra tatuatore e cliente”; quest’ultimo diventa soprattutto un ‘paziente’ e il primo deve garantire professionalità, operando in condizioni di sicurezza. Nell’atto la consigliera chiede quindi alla Regione di aggiornare le linee guida sulle indicazioni tecniche per l’esercizio del mestiere prevedendo “un’apposita sezione dedicata proprio al tatuaggio medico”, con formazione specifica a chi possa garantire professionalità.
Inoltre la consigliera ricorda che la ricostruzione del complesso areola-capezzolo mediante dermopigmentazione è considerata parte integrante della procedura medica chirurgica. La Regione Emilia-Romagna potrebbe quindi, grazie ai Lea (livelli essenziali di assistenza), inserire questo tipo di operazione – insieme al tatuaggio della cornea- tra quelle di assistenza specialistica ambulatoriale, evitando così al paziente un secondo intervento chirurgico con risparmio di giorni di ricovero, ma garantendo un servizio essenziale per il suo benessere psicofisico.
(Francesca Mezzadri)