Sanità e welfare

Sanità. Gibertoni (M5s): rivedere i modelli organizzativi dei pronto soccorso

La consigliera sollecita la Giunta ad abbandonare il sistema che vede parte del personale che opera al pronto soccorso in servizio anche nel sistema di emergenza territoriale 118

Abbandonare i modelli organizzativi dell’emergenza-urgenza nei quali parte del personale che opera al pronto soccorso è anche in servizio nel sistema di emergenza territoriale 118, garantire più attenzione ai cittadini e avvalersi di esperti di organizzazione del lavoro in campo sanitario nel disegnare l’organizzazione dei pronto soccorso. A chiederlo, con un’interrogazione alla Giunta, è Giulia Gibertoni (M5s).

Parte dai fatti di cronaca, la consigliera, citando l’episodio che si è verificato al pronto soccorso di Bazzano, dove sarebbe stato scambiato un farmaco (ketamina al posto di morfina). “L’Ausl di Bologna- afferma la pentastellata- ha attivato da diversi anni modelli organizzativi dell’emergenza-urgenza nei quali parte del personale che opera al pronto soccorso è contemporaneamente in servizio nel sistema di emergenza territoriale 118”. Può accadere, dunque, secondo la consigliera, che “risultino sulla carta in servizio due medici e due o più infermieri in turno al pronto soccorso, ma nei fatti buona parte dell’organico in turno non può garantire la propria presenza fisica perché è operativo sul territorio”. Per questo, secondo l’esponente M5s, “medico e infermiere adibiti contemporaneamente anche al 118 dovrebbero teoricamente avere in carico solo casi di bassa complessità”.

Da qui, dunque, l’iniziativa di Gibertoni, che chiede alla Giunta regionale “se non ritenga che questo modello organizzativo vada abbandonato; se non ritenga giunto il momento di avviare un processo di riorganizzazione dei sistemi di emergenza che tengano separati i momenti di intervento territoriali da quelli ospedalieri di pronto soccorso, evitando situazioni di sovraccarico”. Inoltre, la consigliera domanda “se non ritenga opportuno, nel disegnare l’organizzazione dei pronto soccorso, avvalersi di esperti di organizzazione del lavoro che abbiano reali conoscenze in campo sanitario, evitando di affidare l’organizzazione di un delicato comparto sanitario a professionisti che generalmente si occupano di organizzazione del lavoro aziendale in altri settori, in particolare in ambiti nei quali l’organizzazione del lavoro ha come fine primario il conseguimento di risparmi di spesa”.

(Margherita Giacchi)

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