COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

La maggioranza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna esorta il Parlamento ad approvare lo Ius soli

Approvata risoluzione a prima firma Calvano che chiede a Giunta di spronare Governo e Parlamento. Maggioranza compatta: Pd, Si e Mdp votano a favore. Critico tutto il centrodestra. Movimento 5 stelle concorde con lo ‘Ius soli’ ma non con il provvedimento in esame al Senato

La maggioranza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna esorta il Parlamento ad approvare lo ‘Ius soli’. L’invito che arriva da viale Aldo Moro passa attraverso l’approvazione di una risoluzione, presentata dal Partito democratico a prima firma Paolo Calvano, che impegna la Giunta a spronare il Parlamento e il governo centrale “a mettere in campo tutti gli strumenti legislativi e politici per approvare definitivamente entro la fine di questa legislatura lo Ius soli”. Un impegno che ha visto la maggioranza (PdSinistra italianaMisto-Mdp) votare compatta a favore dell’atto d’indirizzo mentre diversificate sono state le scelte delle opposizioni: il Movimento 5 stelle si è infatti astenuto, Lega nord e Forza Italia hanno votato contro.

Dopo le schermaglie tra Pd e Sinistra italiana sullo spostamento di risorse dal Reddito di solidarietà al fondo per la non autosufficienza, la maggioranza si riavvicina sulle tematiche che toccano i diritti sociali. In Aula anche una risoluzione a prima firma Silvia Prodi (e siglata anche da Igor Taruffi e Yuri Torri di Sinistra italiana) sulla quale il Partito democratico si è astenuto, ottenendo la convergenza dell’ala sinistra della maggioranza sul testo a prima firma Calvano (l’atto di Prodi tecnicamente è stato respinto). La risoluzione Pd impegna inoltre a “promuovere con tutti gli strumenti a propria disposizione un’adeguata campagna informativa sullo Ius soli per evitare ricostruzioni strumentali”.

La risoluzione del Partito democratico a prima firma Calvano è stata sottoscritta anche da Giuseppe BoschiniMassimo IottiStefano CaliandroFrancesca MarchettiGian Luigi MolinariBarbara LoriRoberta MoriPaolo ZoffoliRoberto PoliValentina RavaioliGiorgio PruccoliEnrico CampedelliLuciana SerriLia MontaltiLuca SabattiniKatia TarasconiAntonio MumoloMarcella ZappaterraNadia RossiManuela Rontini.

Il dibattito in Aula. Nel presentare la risoluzione Paolo Calvano (Pd) ha rimarcato come non si assista “a improvvisi aumenti o crolli di immigrazione a seconda di chi governa. Sul tema che qui stiamo discutendo l’Italia è rimasta indietro rispetto all’Europa dove si trovano diverse forme di Ius soli: come in Germania, Belgio, Irlanda, Francia, Spagna. Attualmente in Italia è in vigore una normativa che genera un paradosso: un uomo adulto che arriva in Italia dopo dieci anni può richiedere la cittadinanza mentre un bambino che nasce nel nostro Paese deve aspettare la maggiore età. La norma ferma al Senato non dà diritti senza chiedere doveri e non toglie niente a nessuno. E’ una questione di civiltà”.

Dai banchi del Movimento 5 stelle è stato invece Gianluca Sassi  a motivare il voto d’astensione del proprio gruppo: “crediamo che l’Italia sia indietro su questo intervento ma la legge in questione non taglia quelle difficoltà che oggi ci sono per ottenere la cittadinanza. Il tema della concessione della cittadinanza inoltre dovrebbe essere omogeneizzato a livello europeo e coinvolgere tutti i paesi interessati”.

Critici invece i consiglieri di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale e della Lega Nord. E’ Tommaso Foti (Fdi-An) ad aprire le contestazioni del centro destra: “E’ dal 1992 che ci sono modi alternativi per ottenere la cittadinanza rispetto allo Ius sanguinis. Non si capisce perché oggi si vogliano introdurre, con la scusa dei minori, queste norme che per i minori non sono. L’automatismo che si vuole introdurre per l’ottenimento della cittadinanza italiana desta curiosità proprio rispetto alle norme transitorie, che di fatto riguardano solo gli adulti e non i bambini. Probabilmente avete intenzione (rivolto al Pd, ndr) di perdere altri 100.000 voti. Il problema dell’integrazione non si risolve dando in mano un foglietto e dicendo a una persona: ‘Sei un cittadino italiano’. Approvate questa norma e fare un ulteriore regalo al centrodestra. Sappiate che quando saremo al governo sarà la prima legge a essere abrogata”.

Mentre è il leghista Alan Fabbri a pungere la maggioranza “utilizzando le parole che di solito sentiamo in apertura quando si parla di nostre proposte: questo non mi sembra un tema di carattere regionale. Avete presentato questa risoluzione per mettere una pezza a quella portata in Aula dalla sinistra. Questo Ius soli mi sembra una grande pagliacciata: non dovete convincere noi che siamo contrari ma i vostri parlamentari. Altrimenti non vedo il motivo per portare in Aula una risoluzione su questo tema. E mi chiedo: cosa è che muove il Pd a portare avanti questo provvedimento? Il bisogno di consenso. Non vogliamo lezioni di moralità su questo tema. Anzi inviterei il Pd a non approvare questa legge e a misurarsi durante la campagna elettorale: vedremo allora se gli italiani sceglieranno chi vuole aprire le porte a tutti o chi, invece, tiene al proprio stato e alla propria identità”.

Concetti rimarcati anche da Enrico Aimi di Forza Italia: “Il nostro Paese ogni anno concede 200.000 cittadinanze e quindi non c’è alcun bisogno di approvare lo Ius soli. Se passasse il progetto di legge attireremmo sull’Italia altra disperazione. Dietro a questo pdl c’è il business delle Ong e dei 35 euro al giorno concessi a richiedenti asilo quando questo Governo non è riuscito a trovare 200 milioni da destinare alle forze dell’ordine”.

Una discussione a cui ha deciso di prendere parte anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Il consigliere Fabbri definisce una pagliacciata un provvedimento che le destre di Gran Bretagna, Irlanda e Germania hanno già approvato da tempo. A nostro parere questa è una legge di civiltà. Perché il concedere la cittadinanza dovrebbe distruggere il tessuto sociale?”

Parole a cui hanno fatto eco quelle del capogruppo dem Stefano Caliandro: “Ogni volta che si parla dei diritti degli altri si palesa il solito spettacolo. Agli occhi dei bambini non esistono le razze, vorremmo dire ai nostri figli che i compagni di scuola con cui giocano hanno gli stessi loro diritti. Riconosciamo che l’immigrazione sia un problema, ma lo è anche il calo demografico e presto gli ‘altri’ saranno numericamente superiori ai cittadini dell’Unione europea. Come Pd insistiamo per chiedere al Governo di usare ogni mezzo politico per far approvare il provvedimento”.

Mentre Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha risposto a Foti, illustrando i motivi del sostegno al provvedimento: “La legge del ’92 è un cinico percorso ad ostacoli. Non possiamo chiudere gli occhi davanti ai minori nati in Italia”.

Parole a favore dello Ius soli sono arrivate anche da Igor Taruffi (Si): “Come ha detto Bonaccini dobbiamo approvare una legge di civiltà. Si danno diritti senza togliere niente a nessuno è un passo in avanti per il Paese e se dovesse essere posta la questione di fiducia in Parlamento la sinistra ci sarà”.

I dati presenti nella risoluzione Pd approvata. In Italia, oggi, vivono cinque milioni di stranieri, pari all’8,3 per cento dei residenti a livello nazionale. In base ai dati del ministero dell’Interno sono regolarmente presenti in Italia 3.931.133 cittadini non comunitari, numero sostanzialmente stabile rispetto al 2015.  La presenza non comunitaria risulta essere sempre più stabile sul territorio nazionale infatti cresce il numero dei soggiornati di lungo periodo che nel 2016 raggiunge il 59,5 per cento dei cittadini non comunitari regolarmente presenti. Anche la quota di minori non comunitari presenti in Italia è sostanzialmente stabile.

Dai dati Istat emerge che nel 2015 in Italia quasi 101.000 dei nati in Italia (20,7 per cento del totale) sono nati da
uno o entrambi i genitori stranieri. I figli degli immigrati che frequentano la scuola sono il 9,2 per cento degli alunni, il 60 per cento di essi è nato in Italia, percentuale che sale invece all’85 per cento nella scuola dell’infanzia.

Gli stranieri contribuiscono alla creazione di valore aggiunto per 131 miliardi di euro (8,9% del PIL) versano Irpef per 7,2 miliardi e contributi previdenziali per 11,5 miliardi, con un saldo positivo di 5 miliardi sui conti Inps.

L’attuale normativa. La legge italiana non prevede il riconoscimento del diritto di cittadinanza per il semplice fatto di essere nati in Italia. La condizione giuridica dei bambini di origine straniera nati in Italia è strettamente legata a quella dei genitori: infatti solo se, dopo dieci anni di residenza legale, ottengono la cittadinanza questa si trasmette ai figli. I figli, in questo caso, possono fare richiesta di cittadinanza solo al compimento del diciottesimo anno di età (e non oltre il compimento del diciannovesimo) a condizione però che siano in grado di dimostrare di aver vissuto ininterrottamente sul territorio italiano. Inoltre è cittadino italiano per nascita: si è il figlio di padre o madre cittadini, quello di genitori ignoti o apolidi.

La proposta ferma in Senato. Se verrà approvata dal Senato, e quindi diventerà legge visto il via libera di Montecitorio, introdurrà due istituti distinti: lo Ius soli temperato e lo Ius culturae. Diventerà cittadino italiano (Ius soli temperato) chi è nato in Italia da genitori stranieri, se almeno uno dei due si trova legalmente In Italia e sia in possesso del permesso di soggiorno UE di lungo periodo. Se i genitori sono extracomunitari ci sono altri requisiti richiesti: un permesso di soggiorno in corso di validità da almeno cinque anni, un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, la disponibilità di un alloggio e il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana (livello A2). Mentre lo Ius culturae consente l’acquisto della cittadinanza a chi abbia conseguito una formazione scolastica nel nostro Paese per almeno cinque anni, assimilando ai nati Italia anche coloro che arrivano prima di compiere i 12 anni.

(Andrea Perini/ Riccardo Querciagrossa)

 

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