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Foti (Fdi-An): Regione verifichi requisiti per enti accreditati alla formazione professionale

Il consigliere chiede come e se vengano effettuate le valutazioni delle dotazioni tecnologiche dei soggetti

Tommaso Foti (Fdi)

Gli enti accreditati per svolgere attività di formazione professionale dispongono di strumenti tecnologici utili e adeguati, e, se sì, come fa a verificarlo la Regione Emilia-Romagna? E’ il tema dell’interrogazione di Tommaso Foti (Fdi-An) che riporta dalle delibere regionali del 2003/2005/2011 i criteri di accreditamento che soggetti pubblici o privati dovrebbero possedere per l’erogazione dei servizi di formazione assegnati con bandi pubblici.

In primis, “i predetti soggetti devono dimostrare la presenza nel proprio statuto della finalità formativa e un volume di attività di formazione maggiore o uguale al 51%,” spiega Foti. “Inoltre devono disporre di una dotazione minima di personale dipendente assunto con contratto collettivo nazionale di lavoro della formazione professionale,” e requisiti quali “capacità gestionali e competenze professionali”. Per l’accreditamento risulterebbe necessaria anche “la disponibilità di una sede operativa in uso esclusivo dotata di almeno un’aula e un laboratorio informatico con minimo 10 computer”.

“Emerge però,” continua Foti, “che i diversi soggetti risultino accreditati per ambiti diversi, indipendentemente dalle strutture a disposizione per l’erogazione del servizio”. Visto che la Regione “pone al centro dell’azione formativa la soddisfazione dell’esigenza tecnologica dei comparti produttivi”, Foti chiede se e come vengano effettuate le verifiche dei requisiti tecnologici.

Secondo il consigliere la Regione Emilia-Romagna non dovrebbe permettersi di accreditare quegli “enti che si limitino alla sola attività teorica o di simulazione senza offrire ai frequentatori dei corsi la formazione specifica che corrisponde ai requisiti previsti dalle qualifiche regionali”.

(Francesca Mezzadri)

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