Sanità e welfare

Sanità Bologna. Bignami (Fi): ripensare intera organizzazione del Sant’Orsola

“Pronta disponibilità obbligatoria non prevista dalle linee guida regionali” critica il consigliere. L’ospedale Sant’Orsola attiverà la misura dal 24 dicembre al 15 aprile

“Necessario e prioritario ripensare l’intera organizzazione del sistema sanitario dell’ospedale Sant’Orsola, potenziando gli organici, i mezzi di soccorso e tutti i punti di primo intervento sul territorio”. E’ quanto chiede Galeazzo Bignami (Fi) in un’interrogazione rivolta alla Giunta.

Nell’atto ispettivo il consigliere riporta di aver appreso dagli organi di informazione che l’Azienda ospedaliera Sant’Orsola-Malpighi “avrebbe deciso di attivare la pronta attività obbligatoria per tutto il personale infermieristico in organico al Pronto soccorso e Medicina d’urgenza allo scopo di fronteggiare il probabile iper-afflusso e le conseguenti criticità dovute al sovraffollamento che si potrebbero verificare nel periodo invernale. Tale decisione dovrebbe essere resa operativa dal 24 dicembre al 15 aprile e prevederebbe l’utilizzo di due pronte disponibilità da utilizzarsi durante i giorni festivi e gli orari notturni”.

Bignami sottolinea tuttavia che tali “criticità tipiche della stagione invernale” non possono essere considerate imprevedibili ed eccezionali ma andrebbero affrontate come un problema strutturale. Inoltre, continua il consigliere, “l’utilizzo della pronta disponibilità, sovraccaricherà di lavoro il personale, con conseguenti ricadute sia sui lavoratori sia sui pazienti, il tutto in contrasto con le normative che regolano gli orari di lavoro e i carichi assistenziali; infatti, la pronta disponibilità non risulta menzionata nella Linee guida regionali”.

Bignami sollecita la Giunta affinché presso il Policlinico Sant’Orsola, come richiesto dagli operatori, “sia aggiunto un secondo e un terzo ortopedico in Pronto soccorso e sia potenziata la radiologia, aumentando il personale medico e infermieristico nonché valutando l’opportunità di aprire un ambulatorio per i ‘codici bianchi’ con la presenza di un chirurgo che possa attivare, in caso di necessità, una sala operatoria aggiuntiva”.

(Riccardo Querciagrossa)

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