Una app per leggere le storie, i registri, le lettere di studenti e insegnanti che 80 anni fa- al tempo delle leggi razziali- furono espulsi dall’allora istituto magistrale Laura Bassi di Bologna. Un modo per sentirli più vicini, visto che sedevano sui loro stessi banchi. Un lavoro durato anni, di ricerca e raccolta, promosso oggi per la Giornata della Memoria dall’Assemblea legislativa.
“Mi sembra giusto ricordare il passato grazie al lavoro di questi studenti” sono le parole della presidente del Parlamento regionale, Simonetta Saliera, che insieme al rabbino capo della Comunità ebraica di Bologna, Alberto Sermoneta, e ad altri rappresentanti istituzionali e della Curia di Bologna ha inaugurato la mostra “Il rumore del vuoto. Assenze e presenze nell’istituto magistrale Laura Bassi durante le leggi razziali” nei locali di viale Aldo Moro 50 a Bologna. Dieci pannelli con i nomi delle persone espulse, foto e tanti altri importanti documenti che gli spettatori potranno vedere anche grazie al loro cellulare, semplicemente scaricando la app e avvicinando lo smartphone al pannello. “Durante le leggi razziali venne tracciata una linea tra un dentro e un fuori”, spiegano le insegnanti che con il progetto di educazione civica dell’Assemblea, conCittadini, hanno diretto le classi nell’impresa, accompagnandole anche in visita ad alcuni campi di concentramento per fare capire davvero a che cosa si era arrivati dopo “aver accettato” queste discriminazioni.
“I ragazzi hanno voluto raccontare i vuoti che hanno lasciato dietro di noi le leggi razziali,” spiega Saliera, “i vuoti di chi, nell’istituto bolognese, è stato espulso e anche di chi, come Lucia, è poi morto nei campi di concentramento. Nel ripercorrere le loro storie, le loro emozioni, gli studenti di oggi le hanno restituite a noi adulti. E io credo che proprio perché fatto da loro, questo sia un lavoro meno retorico e più efficace”.
“Un giovane che studia è come una carta bianca nuova con inchiostro fresco”, ha ricordato Sermoneta riallacciandosi alle parole del Talmud – “Ragazzi, informatevi, ragionate con il vostro cervello: solo così è possibile combattere il pregiudizio che genera l’indifferenza” è l’appello che lancia il rabbino della Comunità ebraica a tutte le classi che in mattinata hanno anche seguito una lezione dedicata alla Giornata della Memoria, che verrà celebrata il 27 di questo mese. “La memoria è una costruzione culturale, graduale, paziente e faticosa”, è il commento di Luca Alessandrini dell’Istituto Parri. “La mostra dei ragazzi è bella perché anch’essa lo è”.
La mostra rimarrà visitabile in viale Aldo Moro 50 fino al 28 febbraio.
(Francesca Mezzadri)