Ambiente e territorio

Ambiente. Aipo relaziona in commissione sulle alluvioni di dicembre, dai gruppi la richiesta di interventi più mirati

Lega Nord perplessa sull'”eccezionalità” degli eventi. M5s chiede chiarezza su manutenzione ordinaria e collaudi. Pd: “Attenzione c’è, ma risolvere nodi critici”. Si: “Per interventi più mirati avvicinarsi al territorio”

Lentigione, il fiume Enza rompe gli argini

E’ intervenuto oggi in Commissione territorio ambiente mobilità, il direttore di Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) Bruno Mioni, per un’audizione sulle alluvioni dell’11, 12 e 13 dicembre nella bassa emiliana. Il direttore ha presentato alcuni numeri per mostrare gli alti livelli di piena toccati dal fiume Taro, e dai torrenti Parma, Enza e Secchia, sottolineando il loro carattere di “eccezionalità”. Le criticità maggiori sono state riscontrate nel parmense e nel reggiano, nelle aree bagnate dal Parma, in particolare a Colorno nel centro storico e vicino alla reggia (soprattutto a causa della velocità di inondazione) e nelle zone vicine all’Enza. Aipo, per l’emergenza, ha attivato, come da procedura, il servizio di piena con il supporto della protezione civile.

Il Movimento 5 stelle ha chiesto in primis di fare chiarezza sui motivi della rottura degli argini del fiume Enza – e anche sugli interventi di manutenzione ordinaria che avrebbero dovuto essere garantiti da Aipo. E, sempre per quanto riguarda l’Enza, un consigliere pentastellato ha chiesto se le casse di espansione a Montecchio e Marano siano state o meno collaudate. Le prove d’invaso, inoltre, non sarebbero state fatte.

“A Montecchio le prove d’invaso non sono state fatte perché lì il fiume Enza, non essendo diga, non è sottoposto al regolamento prescritto per le dighe; mentre a Marano le casse di espansione sono state collaudate ogni anno e sono entrate in funzione automaticamente” ha risposto il direttore Aipo.

Critiche dai pentastellati sono arrivate anche per quanto riguarda la gestione della comunicazione degli eventi, tanto che un consigliere ha chiesto se siano stati attivati i piani operativi di emergenza e se la cittadinanza fosse stata coinvolta in addestramenti anche prima delle alluvioni.

In risposta l’assessore regionale di Difesa del suolo e della costa ha assicurato che è in atto su tutto il territorio una strategia che opera sia sul piano della comunicazione (con l’attivazione, ad esempio, di un portale e nuove procedure di allertamento per i cittadini) che sulla manutenzione per la messa in sicurezza del territorio.

Sul tema è intervenuto anche un consigliere del Partito democratico che ha riportato l’esperienza di inondazione del Parma. “I segnali che era un evento eccezionale erano evidenti già dal pomeriggio dell’11 dicembre,” ha spiegato in commissione, “e la comunicazione ai cittadini c’è stata ed ha funzionato -anche se meno a Lentigione- quindi non credo che manchino le attenzioni. Tuttavia, – ha poi rimarcato, – è evidente che il sistema di difesa del nostro territorio è ormai inadeguato a questi cambiamenti climatici”. Per il consigliere è necessario individuare al più presto i nodi critici (Colorno, il ponte sull’Enza) ed intervenire nel più breve tempo possibile.

Sul carattere di “eccezionalità” non concorda invece la Lega Nord (“Pioggia, neve e vento non sono eccezionali, lo sono al massimo le trombe d’aria”) che riporta all’attenzione l’indagine sull’alluvione del Secchia nel 2014. I leghisti puntano il dito sul fatto che alcuni lavori necessari non siano stati effettivamente fatti, come forse anche in quel caso. “Non si può imputare la colpa solo ai cambiamenti climatici,” ha spiegato un consigliere in commissione chiedendo che la giunta sia chiara sugli interventi necessari ad evitare il peggio.

“I cambiamenti climatici sono un fatto, non una teoria, e per questo devono essere affrontati con interventi mirati,” ha aggiunto un consigliere di Sinistra italiana. Per il consigliere è necessario intervenire sulla manutenzione ordinaria – che, ad esempio, nella zona di Montecchio da documentazione fotografica risultava essere carente – e valorizzare maggiormente la comunicazione e l’informazione ai cittadini. Per farlo bisogna “avvicinarci al territorio” e potenziare il lavoro di gestione che si sta facendo.

(Francesca Mezzadri)

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