Governo locale e legalità

Carcere. Misure alternative a detenzione, Ln: aggravio di costi, revisione decreto dal Governo

I leghisti chiedono per i detenuti stranieri irregolari con sentenza definitiva un accompagnamento coatto al paese di origine piuttosto che misure alternative o forme di reinserimento sociale

Il decreto legislativo per la riforma dell’ordinamento penitenziario, che prevede l’ampliamento delle misure alternative alla detenzione, è al centro di un’interrogazione dei consiglieri della Lega Nord. La richiesta è di una revisione del decreto da parte del governo prima dell’approvazione definitiva.

Secondo i consiglieri del Carroccio, infatti, le norme previste nel decreto indebolirebbero il principio di certezza della pena oltre a “comportare un consistente aggravio dei fondi in carico alle Regioni per il reinserimento sociale dei detenuti e le cosiddette misure alternative”. I leghisti quindi chiedono alla Regione se abbia già quantificato le spese che dovrà affrontare e come intenda sostenerle.

La Lega riporta poi i dati della popolazione carceraria in Emilia-Romagna: “oltre il 50% dei detenuti sarebbero stranieri, e, tra questi, il 90% extracomunitari irregolari o richiedenti protezione umanitaria”.  Una “cospicua” parte dei costi finalizzati al reinserimento sociale e alle misure alternative sarebbe dunque indirizzata proprio agli stranieri irregolari che, tuttavia, – sottolineano i leghisti, – “avrebbero dimostrato di non meritare alcun riconoscimento a permanere sul territorio nazionale”. Gli esponenti del Carroccio, pertanto, chiedono per questi detenuti stranieri condannati con sentenza definitiva un accompagnamento coatto al paese di origine piuttosto che misure alternative o forme di reinserimento sociale.

(Francesca Mezzadri)

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