Sì in Aula da Pd, Si, Misto-Mdp al provvedimento sulla disciplina di valutazione ambientale (Via) derivante da due direttive europee e un decreto legislativo nazionale. La Via individua e valuta gli effetti ambientali significativi di un progetto sia pubblico che privato. “La materia, di natura molto tecnica e complessa”, spiega in Aula Massimo Iotti (Pd), relatore del progetto di legge, “richiama le proposte del mondo produttivo che incidono sull’ambiente, attinenti a interessi sia pubblici che privati. Le principali novità riguardano sia la fase procedurale che quella partecipativa”. L’obiettivo è quello di uniformare a livello europeo la disciplina stabilendo tempi e procedure analoghi.
Gli interventi riguarderanno sia la fase procedurale di decisione e approvazione dei progetti – che verrà semplificata dando maggior peso, ad esempio, alle verifiche preliminari e allo screening e stabilendo termini perentori -, sia la fase di osservazione e controllo attuata dai cittadini, argomento molto dibattuto anche in Commissione. “Verranno istituite nuove forme di partecipazione come l’inchiesta pubblica” spiega Iotti “E verrà introdotto l’obbligo per i progetti sottoposti al Via di svolgere un procedimento unico che conterrà la valutazione e tutte le autorizzazioni del caso”. Fra le novità, anche l’elenco preciso, nel testo di legge, di tutte le opere soggette a valutazione di impatto ambientale (o che possono rientarrvi).
Su tre punti in particolare si trova in disaccordo il Movimento 5 stelle che propone tredici emendamenti e quattro ordini del giorno (tutti respinti, insieme ad un altro emendamento proposto dalla Lega Nord). La prima perplessità, chiarisce Andrea Bertani (M5s), riguarda il recepimento del decreto legislativo che introdurrebbe alcune disparità e passaggi critici tra Stato e Regione. Ma il punto che desta maggiori contrarietà riguarda proprio il processo partecipativo, inteso sotto diversi aspetti. “Uno step importante nel processo di valutazione dei cittadini è l’informazione” spiega Bertani “e non sempre con questo progetto di legge viene garantita adeguata trasparenza. Servirebbero nuovi canali di informazione più efficienti”. Altri aspetti importanti sono la consultazione, il coinvolgimento e la codecisione dei cittadini. Passaggi sui quali, secondo Bertani, la legge “è ancora molto indietro. Lo strumento di inchiesta pubblica non basta” chiarisce il pentastellato. E infine la terza critica riguarda “l’impostazione notarile della Giunta a livello di Conferenza dei servizi. Le decisioni prese dovrebbero essere sì tecniche, ma anche amministrative e politiche”, spiega il pentastellato. Giulia Gibertoni (M5s) invece propone un emendamento che introdurrebbe nella legge anche la Vis (“valutazione di impatto sanitario”) fondamentale in una regione come la nostra dove “l’emergenza sulla qualità dell’aria e dell’acqua non ammette superficialità”.
Ma gli emendamenti vengono respinti dalla maggioranza. In riferimento alla questione Vis, introdotta da Gibertoni, Iotti aggiunge: “E’ un argomento importante che però non può rientrare in questa normativa, richiederebbe un decreto del Ministero della salute”. Viene comunque approvato un emendamento Pd che introduce il concetto di “impatto sanitario”, insieme ad un secondo che promuove la fase di pre-screening per semplificare ulteriormente le procedure.
“Un ulteriore tassello alle politiche green dell’Emilia-Romagna,” commenta l’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo, “e sono già in aumento le richieste di valutazione di impatto ambientale da parte delle imprese”.
“Un testo non negativo, anche in udienza conoscitiva sono stati accolti numerosi spunti dalle aziende,” interviene Marco Pettazzoni (Lega Nord) che esprime però alcune perplessità sullo strumento di certificazione introdotto nel progetto di legge e la Lega si astiene. Astensione anche da parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre il Movimento 5 stelle vota no.
“D’ora in poi ci saranno dati certi e termini perentori per presentare i progetti che conterranno già tutte le autorizzazioni necessarie” conclude Iotti. “Questa legge rappresenta un nuovo strumento di dialogo con le imprese e di confronto con i cittadini”.
(Francesca Mezzadri)