La ricostruzione dopo il terremoto dell’Emilia al centro della Commissione speciale di studio e ricerca sulle cooperative spurie e fittizie dell’Assemblea legislativa. I consiglieri hanno ascoltato la testimonianza del direttore dell’Agenzia regionale per la ricostruzione post sisma 2012, Enrico Cocchi, che ha messo a disposizione la sua esperienza riguardo i meccanismi di controllo sulla legalità delle imprese che partecipano agli appalti pubblici. “Un’audizione che può dare elementi utili per il lavoro che vogliamo mettere in campo per combattere il fenomeno delle false cooperative- ha spiegato il presidente della Commissione Luca Sabattini– approfondendo i modelli di controllo e verifica messi in campo nella fase iniziale delle ricostruzione, che potrebbero darci spunti utili”.
L’entità e la gravità di un evento come quello del terremoto del 2012, in assenza di un modello organizzativo strutturale per far fronte alle emergenze, ha richiesto la creazione di nuove modalità di controlli: lunghi tempi di ricostruzione e grandi quantità di denaro da stanziare tramite bandi di gara pubblici, con 14.000 abitazioni inagibili, 13.000 attività economiche danneggiate, 2.000 edifici pubblici lesionati e oltre 13 miliardi di danni quantificati. “Come ci siamo dotati di meccanismi di controllo? Con l’esperienza sul campo maturata giorno dopo giorno- ha sottolineato Cocchi- perché insieme a normative nazionali, come quella antimafia ad esempio, servivano anche strumenti normativi specifici per gestire l’erogazione dei contributi pubblici”. Dall’obbligatorietà dell’iscrizione a white list “post sisma” (elenchi di operatori economici non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa) con l’individuazione di ulteriori settori di attività a rischio, ai controlli sistematici di appalti e subappalti. Dalla clausola risolutiva espressa nel caso l’impresa sia destinataria di interdittiva antimafia o cancellazione dalla white list, fino agli elenchi di merito regionale delle imprese edili in base alla reputazione a all’affidabilità acquisita nel tempo. Questi sono alcuni degli strumenti utilizzati in fase di ricostruzione al fine di assicurare trasparenza e leale concorrenza fra le imprese, applicando anche il principio della rotazione degli affidamenti. Il totale accesso alle informazioni sui lavori post sisma è stato garantito tramite banche dati (come Mude e Sfinge) e tramite il portale web “Open Ricostruzione”, sul quale è possibile monitorare lo stato dei cantieri, le aziende coinvolte, gli interventi in programma, permettendo la rendicontazione delle risorse stanziate e aiutando l’attività di vigilanza.
Silvia Prodi (Gruppo misto-Mdp) ha chiesto al direttore Cocchi di focalizzarsi sul ruolo del mondo cooperativo nella ricostruzione, informandosi se ci fossero “coop spurie coinvolte o irregolarità riscontrate”. Anche Giuseppe Boschini (Partito democratico) ha invitato a concentrarsi sulla presenza di coop fittizie, in particolar modo quelle nel settore dei trasporti e quello edile. “Quali sistemi di verifica e monitoraggio è possibile mutuare per contrastare le false cooperative?”, ha chiesto la vicepresidente della Commissione Giulia Gibertoni (M5s), che ha chiesto un’opinione sulla pervasività del fenomeno nell’edilizia pubblica. Luca Sabattini ha posto l’accento su white list e liste di merito, informandosi se ci fossero state difficoltà nel stabilire parametri o nell’effettuare controlli sulle aziende con sede fuori regione.
“Credo sia importante lavorare sulla riconoscibilità della coop spuria- ha risposto Cocchi- provando a identificare caratteristiche ricorrenti dei comportamenti malavitosi. Noi non abbiamo riscontrato evidenze particolari sul mondo cooperativo, ma non sappiamo se il soggetto che partecipa alla gara se è una coop o no, perché i requisiti per partecipare ai bandi pubblici sono analoghi per entrambe le categorie. Le coop spurie sono più diffuse nel settore dei servizi rispetto a quello degli appalti pubblici, perché quest’ultimo è più controllato e le forniture sono tracciate. Secondo Cocchi è difficile che coop spurie, che spesso hanno una vita molto breve, si iscrivano agli elenchi di merito, dal momento che questi prevedono una valutazione della permanenza e della reputazione sul territorio nel tempo, nonché l’iscrizione ad associazione di categoria.
Stefano Bargi (Lega nord), in conclusione, ha voluto esprimere un giudizio positivo sui lavori della commissione, che secondo lui sta andando nella direzione giusta. “Credo che lo spirito sia quello di prendere spunto dal caso della ricostruzione post sisma per cercare nuovi meccanismi di controllo analoghi per il settore cooperativo. Forse è possibile utilizzare anche tra privati uno strumento come quello degli elenchi di merito, ci lavoreremo”.
(Giulia Paltrinieri)