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Edilizia. Facci (Misto-Mns): la Giunta chiarisca i termini di notifica delle varianti non essenziali

Il consigliere denuncia che tanti Comuni applicano in modo errato la normativa sulle varianti edilizie non essenziali, facendo pagare un oblazione ai cittadini che non sarebbe dovuta

Michele Facci (Misto-Mns)

“Tanti Comuni applicano in modo errato la normativa sulle varianti edilizie non essenziali” facendo pagare “un oblazione ai cittadini” non dovuta. La denuncia, contenuta in un’interrogazione rivolta alla Giunta, è di Michele Facci, consigliere regionale del Gruppo Misto-Movimento nazionale per la sovranità. Un atto ispettivo con il quale chiede all’esecutivo di “chiarire i termini reali di notifica delle varianti che si non configurano come essenziali, così come stabilito dalle leggi, ponendo fine a un prelievo forzoso e illegittimo che tanti comuni mettono in atto contro i cittadini che non hanno bisogno di gabelle fasulle o pretestuose”.

In ogni progetto edilizio, spiega Facci, potrebbe essere necessario apportare varianti al progetto acconsentito. Queste si suddividono in essenziali e non essenziali. Quelle non essenziali “possono essere realizzate con segnalazione certificata di inizio attività e comunicate a fine lavori”. Ma, specifica l’esponente del Movimento sovranista, “molti Comuni della nostra Regione interpretando in modo completamente errato le normative, richiedono che le varianti che non si configurano come essenziali, siano comunicate con la segnalazione certificata di inizio attività entro e non oltre la validità del titolo edilizio vigente al momento della realizzazione delle stesse”. Così quando le comunicazioni “vengono, come previsto dalle leggi, inoltrate dopo il termine massimo previsto per la comunicazione del fine lavori, sono rigettate e considerate difformità edilizie a cui applicare il pagamento di un’oblazione”.

(Andrea Perini)

 

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