COMUNICATO
Scuola giovani e cultura

Islam Forlì-Cesena. Pompignoli (Ln): Centro culturale a Castrocaro luogo di preghiera anche se al Comune non risulta?

Interrogazione su “Hena e Re” mappato in una pubblicazione dell’Assemblea come luogo di culto mentre l’assessore di Terra del Sole lo smentisce

I centri culturali islamici, e nello specifico il centro Hena e Re di Castrocaro Terme (Forlì-Cesena), sono al centro di un’interrogazione del consigliere della Lega Nord Massimiliano Pompignoli. L’esponente del Carroccio, infatti, riporta il caso che riguarda l’assessore comunale Quinto Biondi, “che rispondendo a un’interrogazione del consigliere comunale Filippo Turchi sulla natura del centro di via Sacco e Vanzetti di Terra del Sole, avrebbe negato il suo utilizzo come luogo di preghiera”, ma in realtà sarebbe stato “smentito non solo dalle segnalazioni dei residenti, ma addirittura dalla pubblicazione patrocinata dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, contenente un monitoraggio sui 176 centri di culto islamici esistenti nel territorio regionale, dove è compreso anche quello di Terra del Sole”.

Per il consigliere leghista, quindi “i casi sono due: o l’assessore Biondi ha risposto a un’interrogazione senza aver operato alcuna verifica e deve quindi dimettersi, oppure ci sono errori madornali nella mappatura dei luoghi di culto islamici contenuti nella pubblicazione regionale”.

Quindi Pompignoli interroga la giunta per sapere “se confermi la classificazione dei 176 luoghi di culto islamici patrocinata dall’Assemblea legislativa e quindi l’indicazione del centro Hena e Re all’interno di questa mappatura, quali e quanti controlli da parte delle amministrazioni locali siano effettuati in questi centri e per quali motivi l’amministrazione di Castrocaro-Terra del Sole non abbia verificato le segnalazioni prodotte dal consigliere Turchi; se ritenga che l’assessore Biondi debba rassegnare le dimissioni, se abbia verificato che tutti i 176 luoghi citati siano effettivamente rispondenti alle leggi vigenti in materia e non siano da considerarsi ‘abusivi’ rispetto alle attività che vi vengono svolte, se abbia verificato l’appartenenza e le affiliazioni di tutte le associazioni culturali islamiche che gestiscono questi centri e da quali fonti ricevano i fondi per acquistare, affittare e gestire strutture da adibire a centri culturali islamici, che spesso nascondono vere e proprie moschee e -infine – se abbia verificato l’identità di chi tiene i ‘discorsi’ del venerdì e quali attività si svolgano all’interno dei centri”.

(Margherita Giacchi)

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