La Regione si attivi, in Conferenza Stato Regioni e in ogni altra sede opportuna, affinché sia emanato a livello nazionale un testo unico sull’acqua che sancisca il principio secondo il quale “l’acqua è un bene comune fondamentale per la vita sul cui non si possono fare profitti e che deve essere gestito in un’ottica di risparmio, conservazione e riutilizzo”. È la richiesta rivolta alla Giunta contenuta in una risoluzione presentata da Silvia Piccinini (M5s).
Nell’atto d’indirizzo la consigliera, dopo aver richiamato la risoluzione dell’Onu del 1967 – che dichiara il diritto all’acqua un diritto umano universale e fondamentale – passa in rassegna un rapporto pubblicato il 3 luglio scorso sullo stato delle acque, a cura dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), da cui emerge come solo il 58% delle acque sotterranee del nostro Paese siano buone, contro la media europea del 74%, e un rapporto di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), da cui emerge come la perdita media di acqua nella rete idrica nazionale sia del 35,4% (26% al Nord, 46% al Centro e 45% al Sud).
In particolare, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, la pentastellata sottolinea nella risoluzione come il principale problema a carico del sistema idrico sia l’incremento di nitrati e sostanze organoalogenate come la trielina (tricloroetilene) e il percloroetilene (tetracloroetilene) nelle falde sotterranee, dovuto principalmente ai settori civile (dispersione dalla rete fognaria, trattamenti depurativi senza denitrificazione, etc), agricolo e zootecnico (spandimento dei liquami zootecnici in quantitativi superiori alle esigenze colturali).
(Luca Govoni)