Approvato il Piano regionale di attuazione del programma nazionale di occupazione giovani: la lotta alla disoccupazione in Regione passerà attraverso “Garanzia giovani”, che cercherà di favorire tirocini nelle imprese grazie ai fondi europei. L’obiettivo del Piano- passato in Aula con il voto favorevole della maggioranza (Pd, Si e Gruppo misto-Mdp) e l’astensione delle opposizioni (Ln, M5s, Fi e Gruppo misto-Mns)- è quello di dare la possibilità ai ragazzi di essere presi in carico dalle aziende accreditate e di seguire un percorso di orientamento individualizzato con un contratto di almeno sei mesi.
“Il nostro obiettivo è contrastare il fenomeno in crescita dei Neet, ovvero quei giovani che non lavorano e non studiano”, spiega Francesca Marchetti del Partito democratico, che rimarca in Aula i risultati positivi ottenuti a livello regionale sull’abbandono scolastico. “Per quanto riguarda i giovani che hanno abbandonato prematuramente la scuola, nel 2008 erano il 16% (il 19,5% a livello nazionale). Nel 2017, il dato emiliano-romagnolo è sceso al 9,9%, su un 13,8% a livello nazionale”. A rimanere basso, però, è il numero dei laureati: nel 2008 si registrava il 22%, passato ora al 30%, con una differenza tra gli uomini (24%) e le donne (36%). “Su questo dobbiamo lavorare- rimarca la consigliera dem- ma vorrei sottolineare i buoni risultati ottenuti da Garanzia giovani nella nostra regione: il 70% di chi ha usufruito del programma ha avuto un contratto di lavoro a tempo determinato o di apprendistato. Questo vuol dire che si tratta di un’opportunità non risolutiva, ma che può favorire l’avvicinamento dei più giovani al mondo del lavoro”.
Per Matteo Rancan della Lega nord Garanzia giovani è un aiuto, “un palliativo, ma non la soluzione”. Il consigliere del Carroccio punta il dito contro le criticità e le lacune riscontrate nel progetto negli scorsi anni: dai ritardi nei pagamenti, anche di oltre dieci mesi, alle difficoltà di gestione. “Solo il 3% dei giovani ha usufruito di stage o percorsi di inserimento lavorativo, vuol dire che il progetto non è stato efficace. Ora il tentativo di migliorare ciò che non aveva funzionato bene c’è e l’intervento può essere migliorativo, anche se non crediamo sarà risolutivo. Dobbiamo aiutare i nostri giovani a trovare un’occupazione”.
“Quella delle prospettive occupazionali giovanili è una realtà sociale drammatica”, interviene Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia, che ha evidenziato come i numeri della crisi fatichino a invertire la tendenza. Per il consigliere Fdi i Neet rischierebbero di rimanere intrappolati nella marginalità e nella povertà, senza esperienza o formazione lavorativa, mentre sarebbe in crescita la popolazione straniera giovanile. “Le famiglie italiane non fanno più figli e questo è direttamente proporzionale alla difficoltà di trovare un lavoro stabile. Intanto sempre più ragazzi si trasferiscono all’estero. Servono nuove politiche pubbliche mirate a risolvere questi problemi”.
(Giulia Paltrinieri)