Niente divieti sui generatori di calore e per i camini aperti e prevedere incentivi economici per permettere l’adeguamento alle nuove norme degli impianti di generazione di calore. A impegnare la giunta in questo senso è il consigliere del gruppo misto-Mns Michele Facci.
La Regione Emilia-Romagna, infatti, ha adottato le ‘Misure per il miglioramento della qualità dell’aria in attuazione del Piano aria integrato regionale’ (Pair 2020) e del nuovo accordo di ‘Bacino Padano 2017’: tra le varie misure introdotte, per contenere e ridurre i livelli di inquinamento ambientale, “ce ne sono alcune particolarmente rigorose: in particolare – spiega il consigliere -, è stato introdotto il divieto, dal 1 ottobre, di utilizzare biomassa legnosa sia nei generatori di calore con classe energetica inferiore a 2 stelle, sia nei camini aperti”. Divieto che dal 1 ottobre dell’anno prossimo “sarà esteso ai generatori di calore con classe energetica inferiore a 3 stelle”.
Una delibera, secondo Facci, che “ha interpretato in maniera eccessivamente penalizzante e restrittiva quanto prescritto dal Pair 2020” e “lo stesso obbligo di utilizzo di pellet ad alta certificazione costituisce un’indubbia penalizzazione per tutti coloro che hanno già adottato un diverso e più ecologico sistema di riscaldamento”. Inoltre, “la mancata suddivisione del proprio territorio da parte delle amministrazioni comunali interessate – spiega il consigliere-, determinerebbe l’assurda conseguenza dell’estensione del divieto di utilizzo di generatori di calore a biomassa legnosa inferiori a 2 stelle, così come dei camini aperti, a tutto il territorio comunale, a prescindere dalle differenze altimetriche”.
Dunque il consigliere ha presentato una risoluzione per impegnare la giunta “a modificare le disposizioni introdotte dalla delibera di giunta, escludendo dal divieto i generatori di calore ed i camini aperti, a eliminare la previsione dell’estensione del divieto a tutto il territorio comunale nel caso di mancata individuazione delle zone situate ad altezza inferiore a 300 metri da parte delle amministrazioni locali interessate e – infine – ad accompagnare l’ingresso delle nuove norme sul miglioramento della qualità dell’aria con la previsione di appositi e adeguati incentivi economici, ulteriori rispetto a quanto già previsto a livello statale, per permettere a tutti gli interessati l’adeguamento dei propri impianti di generazione di calore alle imminenti modifiche normative”.
(Margherita Giacchi)