Sanità e welfare

Sanità Forlì-Cesena. Pompignoli (Ln): “Volontari e non autisti professionisti su ambulanze, rischio alto in emergenza”

Il consigliere del Carroccio, in un’interrogazione, chiede se sia opportuno che il personale volontario sia impiegato “in un’attività di così grande responsabilità” e dubita sugli eventuali risparmi economici

L’utilizzo di volontari come autisti delle ambulanze della Croce Rossa per soccorso non urgente al centro di un’interrogazione di Massimiliano Pompignoli della Lega nord, che chiede se sia opportuno che il personale volontario sia impiegato “in un’attività di così grande responsabilità, per la quale occorre una lunga formazione ed esperienza”. Dal mese di settembre, infatti, nelle sedi Cri del cesenate sarebbe previsto l’inserimento di due volontari che affiancheranno, per sei turni, gli autisti delle autoambulanze effettivi per apprenderne l’attività da esercitare in seguito autonomamente. Questo in linea con la norma regionale vigente, che prevede l’utilizzo del 51% della componente volontaristica e del 49% di dipendenti. “L’attività di autista di ambulanze- sottolinea l’esponente del Carroccio- è particolarmente delicata e comporta responsabilità che solo soggetti ad essa dedicati possono assumersi, in quanto prevede una forte concentrazione, lucidità e prontezza di riflessi nel momento in cui si tratta di guidare un mezzo a forte velocità, in strade anche extraurbane, con un paziente anche grave da trasportare con urgenza”. Per il consigliere Ln, inoltre, “gli autisti della Cri sarebbero detentori di una professionalità ad ampio spettro raggiunta in anni di esperienza (e non certo con una formazione breve ed estemporanea), non solo rispetto alla guida, ma anche rispetto alla necessità di prestare il proprio apporto all’operato del medico o dell’infermiere”.

Per questo Pompignoli interroga la giunta per sapere se ritenga opportuno che il personale volontario sia impiegato in un’attività di grande responsabilità al posto di autisti professionisti e “se non consideri che il personale volontario dovrebbe prestare attività non meno importanti, ma meno impattanti nell’eventualità di situazioni di emergenza/urgenza, quali servizi sportivi allo stadio o nelle piscine”. Il consigliere Ln chiede inoltre se si ritenga sufficiente un affiancamento di soli sei turni, per apprendere un’attività di così grande difficoltà, specializzazione e responsabilità e “quale sia l’obiettivo vero di questa operazione e se sia realistico pensare che si punti nel tempo a sostituire gli autisti professionisti con personale volontario solo per mere questioni di bilancio”. Pompignoli porta poi l’attenzione sul rischio di incidenti e sui danni a passeggeri, pazienti o altri mezzi in cui si potrebbe incorrere utilizzando personale volontario, chiedendo se questo “non compensi eventuali, ma non precisati, risparmi per i bilanci della sanità”. Pompignoli chiede di sapere se se siano previsti compensi per questi volontari e “se ci sia l’intenzione di utilizzarli per ‘sostituire’ in qualche modo gli autisti professionisti”; “come sia possibile, a priori, stabilire quale sia un servizio di soccorso e trasporti infermi ‘non urgente’ e, nel caso in cui questo servizio diventasse di ‘soccorso’ urgente, quale protocollo dovrebbe essere utilizzato”; “se i volontari siano in grado di affrontare emergenze/urgenze anche di grave entità o di coadiuvare medici e infermieri” e se siano richieste specifiche competenze.

(Giulia Paltrinieri)

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