Le due proposte di fusione dei Comuni di Fiscaglia-Ostellato e Goro-Mesola della provincia di Ferrara verranno discusse la prossima settimana nella Commissione Bilancio prima di approdare in Aula. Si tratterebbe in entrambi i casi di “istanze partite dal basso, dalle stesse comunità”, oltre che dai sindaci che ora chiedono se possano esserci le condizioni per un referendum. Per Fiscaglia e Ostellato “i dati di bilancio indicano”, spiega Paolo Calvano (Pd), relatore in Commissione, “che si tratta di due Comuni sani, vicini anche per conformazione fisica, servizi sociali ed economici”. Fiscaglia è già stata frutto di una fusione, puntualizza il consigliere che però precisa: “questa non è una somma di due debolezze; il Comune che si andrebbe a formare sarebbe di 15 mila abitanti, un vero salto di qualità per tutto il territorio”.
Diverso, sotto questo aspetto, il caso di Goro e Mesola. Spiega la relatrice Marcella Zappaterra (Pd): “Si tratta di due Comuni che erano insieme tempo fa e che, più avanti, hanno deciso di dividersi, vuoi perché c’erano le condizioni, vuoi perché erano disponibili maggiori risorse”. Ora però, facendo parte entrambi dell’Unione del Delta ferrarese e dividendo già alcuni servizi, hanno colto tutte le opportunità che portano i processi di integrazione. “Goro e Mesola risentono oggi di forti difficoltà organizzative per la struttura gestionale e funzionale dei Comuni e per la mancanza di personale adeguato che la nostra società ormai richiede” spiega Zappaterra. Soprattutto Goro, comunità di pescatori, non riuscirebbe a tenere in vita servizi ed eventi, e il rischio, sottolinea Zappaterra, è quello del progressivo spopolamento.
Chiede “più tempo” il consigliere Giancarlo Tagliaferri (Fdi), che suggerisce di rimandare la discussione almeno fino alle prossime elezioni. Soprattutto sulla fusione di Goro e Mesola, Tagliaferri si dice convinto che si tratterebbe di “due comunità diverse e lontane, la prima sul mare e di pescatori, la seconda agricola: hanno priorità differenti: non forziamo questa fusione”, è la richiesta.
“Rimandare rischia di procrastinare una scelta che ora è urgente. È vero che sono due territori diversi, ma dal punto di visto organizzativo hanno sempre lavorato insieme e hanno strutture già in comune” è la replica di Zappaterra.
(Francesca Mezzadri)