L’Assemblea legislativa ha approvato gli indirizzi in materia di autonomia rafforzata contenuti nella versione aggiornata della richiesta messa a punto dalla Giunta, col contributo delle commissioni assembleari, dopo che il nuovo governo ha deciso di ridefinire, in vista dell’approdo parlamentare, la pre intesa siglata dall’esecutivo Gentiloni con le tre Regioni interessate (Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto). Hanno votato a favore Pd, Si e Misto-Mdp, astenuti Ln, M5s, Fi, Fdi, AltraER, Misto-Mns e Misto.
Duplice la finalità della richiesta: più autonomia nella gestione di una serie di materie di competenza concorrente con lo Stato (rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; governo del territorio; protezione civile; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; tutela della salute; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; ordinamento sportivo; grandi reti di trasporto e navigazione) e di competenza esclusiva statale (norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali; organizzazione della giustizia di pace) nonché regionalizzazione delle coperture finanziarie per garantire le nuove competenze. L’obiettivo è chiudere il negoziato entro l’anno.
Partecipato il dibattito in Aula dopo che l’assessore al Riordino istituzionale, Emma Pettiti, ha illustrato i punti salienti del documento finale.
Giancarlo Tagliaferri (Fdi) ha criticato le incertezze e ambiguità dell’esecutivo regionale nella definizione degli ambiti tematici sui quali richiedere una maggiore autonomia, figlie della poca convinzione con cui si è scelto di avviare il percorso istituzionale (vale a dire senza convocare un referendum consultivo) incertezze che a suo avviso avrebbero rallentato il percorso negoziale col nuovo governo. È poi passato a illustrare due proposte di emendamento alla risoluzione della maggioranza, la più significativa delle quali finalizzata a sentire direttamente in udienza conoscitiva le autonomie locali regionali nella prosecuzione del negoziato. Infine, il capogruppo ha invitato la Giunta a promuovere una revisione del regionalismo nel nostro paese e a concludere con rapidità il negoziato per fronteggiare le spinte anti autonomia che cominciano a manifestarsi, specie al Sud.
Silvia Piccinini (M5s) ha puntato il dito contro le modalità con cui la Giunta ha condotto il confronto pubblico sul tema dell’autonomia nella società regionale, rendendolo asfittico. Inoltre, alla luce dell’aggiunta di tre ulteriori materie, ha rivendicato la fondatezza della proposta originaria dei 5 stelle, liquidata frettolosamente dall’esecutivo regionale, di chiedere competenze aggiuntive sulle 23 materie previste dalla Costituzione. Infine, ha illustrato alcuni emendamenti, tre dei quali recepiti dalla maggioranza e inseriti nella risoluzione. I due più significativi sono quello in materia di opere infrastrutturali, finalizzato a ricomprendere anche la manutenzione ordinaria, oltre a quella straordinaria, nonché i ponti e i viadotti, oltre a ferrovie e strade, fra le competenze aggiuntive da richiedere al governo, e quello che porta in capo alla Regione la competenza a disciplinare la gestione dei rifiuti speciali.
Andrea Galli (Fi), pur sottolineando come l’autonomia rafforzata sia un’occasione storica e rappresenti un passaggio costituzionale epocale per l’Emilia-Romagna, non ha lesinato critiche alla Giunta per averla cavalcata rincorrendo politicamente Lombardia e Veneto. La sfida ora, ha evidenziato, sarà la definizione precisa dei costi relativi alle competenze aggiuntive e, quindi, delle risorse finanziarie necessarie a esercitarle.
Per Alan Fabbri (Ln) è importante la ripresa di un tema cruciale come l’autonomia dopo che il federalismo, negli ultimi anni, ha perso smalto. Il tema dell’autonomia, però, secondo il capogruppo leghista, si lega strettamente a quello dell’identità, cioè il senso di appartenenza a un dato contesto territoriale. Questo, a suo avviso, spiega la determinazione con cui il Veneto, regione dalla forte connotazione identitaria, ha chiesto da subito autonomia su tutte le materie (23), quantificando in 9/10 del gettito fiscale le risorse finanziarie. Infine, ha invitato la Giunta a una maggiore concertazione con le autonomie locali e a osare di più in termini di competenze.
Igor Taruffi (Si), ricordando come i referendum di Lombardia e Veneto siano stati emblemi costosi della retorica secessionista, ha evidenziando come l’Emilia-Romagna abbia seguito in modo rigoroso e, soprattutto, poco enfatico il percorso costituzionale. La logica, ha sottolineato il capogruppo, è avere più competenze nella consapevolezza di saperle gestire con efficacia. Nel rivendicare la serietà e la concretezza del lavoro compiuto nelle commissioni assembleari, ha sottolineato la rilevanza degli emendamenti presentati da Si e da Misto-Mdp.
È stata poi Silvia Prodi (Misto-Mdp) a illustrare gli emendamenti sottoscritti con Igor Taruffi e Yuri Torri (Si), riguardanti l’area strategica “territorio e rigenerazione urbana, ambiente e infrastrutture”. Di questi, ha spiegato, due sono riferiti all’ambito “governo del territorio” e finalizzati a eliminare le richieste di competenze pianificatorie in materia di paesaggio, il primo, e quelle sulla valutazione di impatto ambientale (Via) delle opere statali in materia di infrastrutture, il secondo.
Piergiovanni Alleva (AltraER) ha manifestato preoccupazione per il fatto che la maggiore autonomia possa acuire le differenze fra le Regioni, minando l’unità nazionale e il mutualismo interregionale. Inoltre, in materia di lavoro ha invitato la Giunta a valutare la possibilità di introdurre una sorta di cassa integrazione in deroga attivabile dalla Regione, onerosa ma necessaria.
Stefano Caliandro (Pd) ha illustrato la risoluzione di Pd, Si e Misto-Mdp, di cui è primo firmatario, frutto del confronto con tutti i gruppi assembleari, che costituisce il documento d’indirizzo ufficiale dell’Assemblea legislativa cui viene allegato il testo elaborato dalla Giunta contenente le richieste al governo per il riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Inoltre, ha ricordato come la richiesta di autonomia rafforzata sia emblematica del Dna regionalista della maggioranza e sia finalizzata a garantire la massima efficacia dell’amministrazione regionale a vantaggio di cittadini e imprese, partendo dal Patto per il lavoro e accrescendo le competenze della Regione per fronteggiare nuovi bisogni.
Ha concluso il dibattito Michele Facci (Misto-Mns), che ha ribadito come per l’Emilia-Romagna non sia importante ottenere per prima un’autonomia rafforzata, ma cogliere appieno un’opportunità costituzionale in grado di valorizzare le vocazioni e le peculiarità del territorio, anche quelle più fragili e marginali, senza alterare l’identità della società regionale.
Hanno sottoscritto la risoluzione, oltre a Stefano Caliandro, i seguenti consiglieri: Paolo Calvano, Giuseppe Boschini, Ottavia Soncini, Roberta Mori, Gian Luigi Molinari, Manuela Rontini, Massimo Iotti, Luca Sabattini, Luciana Serri, Fabrizio Benati, Antonio Mumolo, Gianni Bessi, Giorgio Pruccoli, Mirco Bagnari, Barbara Lori, Katia Tarasconi, Enrico Campedelli e Giuseppe Paruolo (Pd); Igor Taruffi e Yuri Torri (Si); Silvia Prodi (Misto-Mdp).
(Luca Govoni)