Il caso dei lavoratori pachistani rifugiati o con protezione umanitaria, assunti dalla Emmedue e poi dalla DP Gomma di Castello d’Argile (Bologna) per conto della società Atg – e che sarebbero stati licenziati dopo essersi rivolti al sindacato Sì Cobas, finisce sul tavolo della giunta con un’interrogazione del consigliere di Sinistra italiana Igor Taruffi.
“In realtà – sottolinea il consigliere -, pare che il termine ‘licenziati’ sia alquanto impreciso in quanto i lavoratori non avrebbero mai ricevuto copia del contratto di assunzione, né ricevuto alcuna busta paga, ma sarebbero stati pagati mensilmente tramite bonifici su carte Postepay, essendo poi obbligati a restituire la metà dello stipendio al proprio datore di lavoro in contanti”.
Le due aziende operano tramite una catena di subappalti ma “le condizioni di lavoro nelle aziende subappaltatrici – dice Taruffi – erano decisamente gravose, dovendo lavorare dodici ore al giorno, in due turni, dalle sette di mattina alle sette di sera e viceversa, con una pausa di solo dieci minuti per mangiare e i lavoratori erano pagati a cottimo”. Non solo: “I lavoratori dovevano anche pagare i propri datori di lavoro per poter vivere in quaranta in un casolare con due bagni e otto camere, infestato dai topi e dalle condizioni igieniche così precarie da dover essere sgomberato dal Comune di Castello d’Argile a metà dello scorso giugno” e “nella denuncia che alcuni di questi operai hanno presentato alla Procura della Repubblica, affermano anche che i datori di lavoro li avevano istruiti sul comportamento da tenere in caso di controlli e sul fatto che avrebbero dovuto confermare la regolarità dei pagamenti del proprio stipendio”.
Dunque, Taruffi interroga la giunta per sapere “se la Regione sia al corrente della situazione e quali azioni intenda intraprendere perché venga ristabilito il rispetto dei contratti nazionali del comparto e se e come la Regione intenda affiancare e sostenere l’azione del sindaco del Comune di Castello d’Argile per tutelare la dignità dei lavoratori”.
(Margherita Giacchi)