COMUNICATO
Assemblea

Cultura. Da domani in Assemblea una mostra sulle sindacaliste che hanno reso migliore l’Emilia-Romagna/ foto

Con la fondazione Altobelli il parlamento regionale ripercorre venti biografie femminili a cavallo di due secoli. Saliera: “Donne a cui finora non era stata data la giusta rilevanza”

Hanno lottato per pane e lavoro. Hanno conquistato diritti individuali che poi sono diventati diritti collettivi. Hanno reso migliore e più democratica la nostra società. Le donne che hanno fatto l’Emilia-Romagna conquistano l’Assemblea legislativa regionale. Da domani, venerdì 28 settembre al 15 ottobre prossimo nei locali del Parlamento regionale di viale Aldo Moro, 50 sarà esposta Vite di donne che hanno fatto la storia dell’Emilia-Romagna. Profili biografici di sindacaliste emiliano-romagnole 1880-1980, mostra realizzata dalla Fondazione Argentina Bonetti Altobelli all’interno del Festival della Storia e che racconta le biografie di venti donne socialmente impegnate a cavallo di due secoli fondamentali per lo sviluppo della crescita dell’Emilia-Romagna.

Da Emma Agnetti Bizzi a Donatella Turtura, passando per Maria Bassi, Alda Costa, Diana Sabbi e Vittorina Del Monte: nei locali del Parlamento di viale Aldo Moro rivivono vite e storie di donne che con generosità hanno lottato per la nostra società anche se la “storia ufficiale”, troppo al maschile, le ha per molti anni tenute in ombra.

Ogni pannello illustrativo contiene la foto, i dati anagrafici, una sintesi biografica compilata da storiche dell’Università di Bologna coordinate dalla Fondazione Altobelli sotto la supervisione scientifica di Fiorenza Tarozzi, docente presso il dipartimento di Storia dell’Università di Bologna prematuramente scomparsa e la cui ultima “fatica” è stata alla base di questa mostra.

“E’ una storia di donne che hanno lottato e a cui fino ad ora non era stata data la giusta rilevanza”, spiegano Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna, e Anna Salfi, presidente della Fondazione Altobelli, che ricordano come la rassegna sia “un tributo e un ringraziamento affettuoso alla figura indimenticabile di Fiorenza Tarozzi, una donna che ha dedicato la propria vita all’insegnamento, da intendersi non solo come trasmissione di nozioni, ma momento di emancipazione e di evoluzione democratica della società”.

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