“Garantire rispetto di tutti i diritti di alunni e famiglie”. È Daniele Marchetti della Lega nord a intervenire, con un’interrogazione rivolta al governo regionale, sulla “possibilità per gli studenti di consumare cibi portati da casa all’interno dei refettori, assieme a chi usufruisce del servizio mensa”.
L’istituto comprensivo di San Pietro in Casale, nel bolognese, che gestisce le strutture scolastiche comunali (oltre a quelle di Galliera), “non ammette all’interno degli ambienti dedicati alla refezione – spiega il consigliere – alunni che consumo cibo portato da casa”. La scuola, rimarca il leghista, si è giustificata affermando che “gli ambienti non sono sufficienti per accogliere tutti gli alunni, che non c’è personale sufficiente per la sorveglianza e che gli addetti alla vigilanza della corretta somministrazione dei pasti non sono docenti, come invece richiesto dalle linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica”. A occuparsi del servizio, prosegue, “sarebbero solo ed esclusivamente educatori della cooperativa di servizi, i quali si rifiuterebbero di operare con alcuni alunni che non usufruiscono della mensa a pagamento”. Il politico rileva, inoltre, che alcuni genitori “sarebbero stati invitati a prelevare i propri figli (che non usufruiscono del servizio mensa) durante la pausa pranzo”.
Marchetti, nell’affermare “il diritto alla libera di scelta alimentare della persona”, chiede quindi chiarimenti all’esecutivo regionale in merito al caso di San Pietro in Casale.
(Cristian Casali)