È Paolo Calvano del Partito democratico, con un’interrogazione a risposta immediata, a chiedere alla giunta regionale di interpellare il governo nazionale “affinché la sindrome fibromialgica sia riconosciuta, entro l’anno, tra le malattie croniche e invalidanti per le quali è prevista l’esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, quindi ricompresa nei livelli essenziali d’assistenza”.
La Regione Emilia-Romagna, ha spiegato in aula il consigliere, “dal 2015 è attiva nell’elaborazione di proposte in merito ai criteri diagnostici per l’identificazione della sindrome fibromialgica, per verificarne l’incidenza e la prevalenza sulla popolazione regionale e per individuarne i percorsi assistenziali”. Nel febbraio scorso, ha poi rimarcato, “sono infatti state rese pubbliche le linee regionali di indirizzo di diagnosi e trattamento della malattia”. La strada tracciata da Regione Emilia-Romagna, ha quindi concluso, “è quella giusta, auspichiamo venga seguita anche a livello nazionale”
La risposta è arrivata dall’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi: “La commissione nazionale per l’aggiornamento dei livelli essenziali d’assistenza e la promozione dell’appropriatezza nel servizio sanitario nazionale è ancora impegnata nel lavoro istruttorio propedeutico all’eventuale riconoscimento della fibromialgia come patologia cronica”. In attesa, ha aggiunto, “che la commissione completi la valutazione istruttoria, la direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute, lo scorso 25 settembre ha invitato tutte le Regioni a fornire una ricognizione delle singole esperienze regionali finalizzate ad acquisire elementi conoscitivi e a costituire un gruppo di lavoro con l’obiettivo di individuare strategie condivise”. La nostra Regione, ha quindi concluso, “sta per inoltrare al ministero la documentazione richiesta”.
(Cristian Casali)