COMUNICATO
Scuola giovani e cultura

Cultura. I vertici dell’Ibc in Commissione: “L’inchiesta? Voltiamo pagina e ripartiamo dalle nostre competenze”/ foto

Paruolo chiede spiegazioni sul rapporto “difficile” con la Regione in cui si parla nella relazione dell’Istituto. Ibc: “Considerazioni sul 2017, annus horribilis. Ora il clima è cambiato”

Mettere definitivamente fine al capitolo ‘furbetti del cartellino’ e all’inchiesta di Striscia la notizia, ricucire i rapporti con la Regione Emilia-Romagna e riabilitare il ruolo dell’Istituto, puntando sulle sue competenze tecnico-scientifiche. Sono questi i punti chiave della relazione illustrata oggi in commissione Cultura dai vertici dell’Istituto beni culturali e naturali della Regione da Laura Moro (neo direttrice) e da Claudio Leombroni.

Il 2017 è stato “un annus horribilis per l’Istituto- si legge nel rendiconto- duramente colpito dalle vicende collegate alla mancata registrazione delle uscite che hanno avuto una vasta eco mediatica e un forte impatto psicologico sul personale, non solo su quello direttamente coinvolto. Per un altro verso, sul versante della Regione Emilia-Romagna, quelle stesse vicende hanno generato, oltre ai doverosi accertamenti sull’attività dell’Istituto affidati a un Collegio ispettivo, anche una sorta di clima improntato all’inventio peccatoris e a comportamenti organizzativi orientati, per certi aspetti inconsapevolmente, dal sospetto, come se il sistema regionale considerasse improvvisamente l’Istituto una ‘mela marcia’ (o potenzialmente marcia)”.

Parole che hanno lasciato perplesso il presidente della commissione Giuseppe Paruolo, che ha chiesto spiegazioni: “Questa commissione non può che vivere con preoccupazione il distacco che segnalate. Parlate di un clima pesante, vorrei capire quali possano essere, e se ritenete che ci siano, le azioni da mettere in campo, coinvolgendo da un lato la presidenza dell’istituto e dall’altro anche l’assessorato”.

Che sia stato un anno difficile la neo direttrice Moro, che ha preso funzione lo scorso 8 settembre, ne è consapevole: “E’ stato un anno che ha aperto un processo di transizione, che si è concluso con la definizione del quadro dirigenziale”. Per quanto riguarda i rapporti con la Regione, Leombroni ha chiarito che il riferimento presente nel rendiconto era solamente alle vicende del 2017: “Quel clima era fatto molto di controlli sull’attività dell’Ibc. Ora il clima è migliorato, anche il clima organizzativo dell’Ibc è molto diverso rispetto a quel periodo. Adesso c’è un rapporto molto collaborativo e molto positivo con la direzione generale e con l’assessorato. Quella è stata una umana reazione a quei mesi: umana per quanto riguarda i dipendenti e umana per chi si trovava a gestire quella situazione”. E Laura Moro ha rimarcato come “la scelta di un dirigente esterno all’amministrazione regionale l’ho letta come una voglia di accelerare e chiudere definitivamente quella pagina, e io stessa ho avuto un’accoglienza positiva”. Ma se c’è un punto chiave su cui lavorare, per Moro è l’autonomia dell’istituto: “Autonomia – ha detto – da intendere nel modo più costruttivo possibile, che non significa essere al di fuori delle regole, ma farla diventare un valore anche per la Regione, che non deve vivere l’Ibc come un corpo estraneo. L’autonomia consente di essere più efficace sul territorio”.

Altro capitolo, aperto dal consigliere regionale del Partito democratico Giuseppe Boschini, è quello degli archivi storici degli enti locali: “So che c’è una situazione complicata in tanti piccoli comuni, che vivono delle difficoltà anche per i tagli finanziari nel gestire il loro patrimonio. Cosa possiamo aspettarci dall’Ibc, per quanto riguarda questo aspetto?”. La replica arriva dalla direttrice: “La salvaguardia del patrimonio non si fa per vincoli o decreti, e credo che il ruolo dell’Ibc debba essere di mediazione tra le istanze che vengono dal territorio e la corretta conservazione. L’istituto ha importanti competenze tecnico-scientifiche e noi dobbiamo metterle in gioco”.

(Margherita Giacchi)

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