È Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia a chiedere alla Regione Emilia-Romagna di costituirsi parte civile in tutti i processi contro i casi di mafia nigeriana. In particolare, il consigliere chiede poi di reinvestire gli introiti derivanti dai sequestri collegati a gruppi criminali nigeriani nei centri che si occupano delle stesse donne colpite dai racket mafiosi.
Nell’interrogazione presentata dal consigliere si evidenzia il radicamento di gruppi mafiosi nigeriani nel territorio regionale. A Montale, rimarca l’esponente di Fdi, “quartiere della periferia est di Piacenza, sono state trovate, sotto un cavalcavia, zampe di gallina tranciate insieme alla testa, verdure varie e bottiglie di rum, presumibilmente utilizzati per un rito woodoo contro donne nigeriane, obbligate a prostituirsi”. Anche a Modena, prosegue, “notizia di ieri, una giovane di 21 anni è stata costretta a prostituirsi a seguito di un rito woodoo”. Mentre a Ravenna, sottolinea Tagliaferri, “su ordine della Direzione distrettuale antimafia sarda, sono stati arrestati 27 nigeriani del clan criminale nigeriano Calypso nest, con le accuse di associazione di stampo mafioso, sfruttamento della prostituzione e traffico internazionale di stupefacenti”.
La Direzione centrale anticrimine (servizio centrale operativo), si legge nell’atto ispettivo, “ha individuato Bologna, Ferrara e Parma quali centri della mafia nigeriana”.
(Cristian Casali)


