Sanità e welfare

Sanità. Gibertoni (M5s): pochi infermieri, mettere in campo azioni contro lo stress lavorativo

La consigliera suggerisce anche “una supervisione efficace all’interno delle strutture”, unita ad “una maggiore valorizzazione della figura del coordinatore infermieristico”

“La carenza di organico di personale infermieristico che caratterizza quasi tutte le strutture sanitarie regionali non può essere compatibile con il diritto alla salute dei cittadini emiliano-romagnoli”. Lo dichiara Giulia Gibertoni (Movimento 5 stelle) in un’interpellanza alla Giunta. “La mancanza di personale”, spiega la consigliera, “ha un’incidenza elevata sulla quantità e qualità del lavoro degli infermieri che si trovano quotidianamente a contatto con le difficoltà e le sofferenze dei pazienti, operatori che prima di altri vengono a contatto con il malato e che devono affrontare una serie di condizioni che, se non sono ben equilibrate, possono peggiorare il servizio di assistenza”.

Da non sottovalutare neanche “le condizioni di stress in cui si vengono a trovare gli infermieri – dalle mansioni complesse, al rapporto con il paziente, dal carico di lavoro in molti casi eccessivo ed usurante, ai turni lavorativi con gli straordinari”. “La Regione – continua Gibertoni -dovrebbe mettere in campo azioni per contrastare lo stress lavorativo e, anche sul piano di reperimento di risorse, adottare misure per adeguare la dotazione di pianta organica della sanità pubblica regionale alle esigenze degli utenti e ai contratti nazionali di lavoro”.

La consigliera suggerisce infine “una supervisione ed un coordinamento continuo ed efficace all’interno delle strutture per garantire a tutto l’organico la possibilità di eseguire le proprie prestazioni senza aggravi”, unita ad “una maggiore valorizzazione della figura del coordinatore infermieristico, qualifica professionale di vertice che nelle sue scelte di management deve tener conto dei mezzi tecnici e delle risorse umane”. Sarebbe opportuno, continua Gibertoni, “evitare le lunghe assenze dei coordinatori non dovute a loro scelte, ma imposte dall’organizzazione ospedaliera, che comportano l’onere della sostituzione a carico dell’organico dei reparti o unità operative già in sofferenza per mancanza di personale”.

(Francesca Mezzadri)

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