Le procedure di Via (Valutazione impatto ambientale) dell’ambito territoriale della Cava Malpaga e dall’area Torre Rossi con relativo terreno agricolo di Calendasco (Piacenza) sono oggetto di un’interrogazione e di un’interpellanza di Giulia Gibertoni (Movimento 5 stelle). “L’area interessata di Cava Malpaga presenterebbe – fa notare la consigliera – forti criticità per il rischio di allagamento in caso di piena eccezionale del Trebbia (aggravato dal fatto che gran parte dell’area stessa risulta essere ad un livello inferiore rispetto al piano di campagna)”. Altro rischio sarebbe connesso “al mancato rispetto di legge delle distanze dall’acquedotto, dal tratto autostradale e da una linea di tralicci dell’alta tensione che taglia tutta l’area”, senza dimenticare i problemi derivanti da “una viabilità precaria, dovuta anche alla ridotta dimensione dell’attuale sottopasso autostradale che sposterà il traffico pesante sul cavalcavia della strada delle Torri e a Ponte Trebbia e dalle complicazioni e costi eccessivi dell’edificare su un terreno già oggetto di escavazioni”.
“Pare tuttavia che esistano due diverse procedure tra loro non compatibili”, continua la consigliera, “ovvero le indicazioni e i vincoli dati dalla procedura di Via con le disposizioni del Piano comunale attività estrattive e del Piano infraregionale comunale e provinciale (che sembrano essere ignorate), ed il Piano strutturale comunale che contraddice le destinazioni finali dell’area interessata”. Allo stesso modo, aggiunge la consigliera M5s, sembrano prive di alcun valore anche le Convenzioni stipulate dalle amministrazioni locali con i privati, tutte regolarmente sottoscritte.
“Non sarebbe ammissibile che le amministrazioni locali ignorino le disposizioni derivanti dalla Via” spiega Gibertoni, tuttavia pare che “la pubblica amministrazione dopo aver sottoscritto precisi accordi in Convenzione a salvaguardia di quanto assicurato alla popolazione, avrebbe modificato nella sostanza gli accordi stessi, togliendo ‘casualmente’ una grande area a destinazione agronomica e contemporaneamente promuovendo una misteriosa area produttiva che resta comunque piena di limiti e vincoli, nonché in gran parte semi interrata a 2-3 metri di profondità dal piano di campagna”.
“L’aperta violazione di tutte le disposizioni e gli impegni assunti con la Via e con le Convenzioni dimostra chiaramente- sottolinea la consigliera- che non ha più alcun senso parlare di Valutazione di Impatto Ambientale così come prevista dalle norme comunitarie e nazionali a tutela di cittadini e ambiente”. Gibertoni chiede quindi alla Giunta “se sia da considerarsi lecito un comportamento che non tenga conto delle norme di legge e degli accordi tra amministrazioni pubbliche e privati cittadini e che un’amministrazione locale possa addirittura cambiare il percorso autorizzativo senza che ciò venga nuovamente discusso almeno in Consiglio”.
Gibertoni sul tema inoltra anche un’interpellanza dove chiede alla Regione Emilia-Romagna “di arginare queste derive e ricondurre le procedure di valutazione di impatto ambientale e le relative necessarie attività di controllo all’obiettivo originario e ad una situazione di effettiva garanzia per la tutela della salute e del territorio”.
(Francesca Mezzadri)