Dopo sei anni di chiusura, l’aeroporto di Forlì ripartirà con uno scalo focalizzato su un’alta qualità dei servizi – coerente con il contesto industriale e turistico del territorio. A partire dal 2020 il traffico aereo di passeggeri crescerà del 7%: questo l’obiettivo di rilancio della società F.A. srl che si è aggiudicata, tramite bando, la gestione del Ridolfì. Dopo l’ok dell’Enac (ente nazionale per l’aviazione civile) la società si è confrontata con i consiglieri della Commissione territorio ambiente mobilità e l’assessore ai trasporti regionale, Raffaele Donini, e ha ottenuto un plauso per il piano di sviluppo presentato dall’amministratore delegato Sandro Gasparrini e dal presidente Giuseppe Silvestrini. “Considerando il positivo contesto economico-sociale dell’area emiliano-romagnola, riavviare l’aeroporto di Forlì, favorirà e faciliterà ulteriormente l’arricchimento dell’offerta infrastrutturale regionale,” spiega l’amministratore che presenta anche un quadro sul traffico dei passeggeri in Europa e nel mondo. “Le previsioni del lungo periodo evidenziano un trend più accentuato nelle aree del Medio Oriente e dell’Asia-Pacifico, mentre in Italia negli ultimi 11 anni lo sviluppo del settore è stato garantito dai low cost”. Per quanto riguarda l’area forlivese, considerando la copertura nazionale e regionale degli scali (in Emilia-Romagna ci sono anche l’aeroporto di Parma, Rimini e Bologna), e i tempi di percorrenza entro i 90 minuti dell’aeroporto, emerge come lo scalo di Forlì sia caratterizzato da un ampio bacino potenziale. Ma soprattutto, insiste Gasparrini, “l’area di Forlì è fortemente caratterizzata da un contesto industriale molto attivo per numero di imprese per abitanti (9,4%, superiore alla media nazionale del 7,2%) e da un valore di esportazioni in crescita (+ 7,6% rispetto allo scorso anno)”. Anche dal punto di vista turistico si registra un incremento, ricorda l’amministratore, visto che gli arrivi nella provincia sono stati superiori a 1,1 milioni. “I valori di industrializzazione e mobilità degli operatori turistici (e non solo) della Romagna indicano che c’è una domanda di qualità forte che dovremo garantire puntando sulla centralità dei passeggeri” continua l’amministratore sottolineando, tra l’altro, un punto di forza e “specializzazone” dello scalo di Forlì: il polo tecnologico aeronautico che diventerà un centro di eccellenza industriale, tecnologico e didattico. A questo si affiancherà la valorizzazione del “real estate” che creerà un polo attrattivo per i cittadini di Forlì che potranno vivere l’aeroporto come punto di aggregazione sociale e commerciale.
Il tutto – conclude Gasparrini – garantendo “logiche di sviluppo integrate in un’ottica di sistema regionale”.
“E’ importante garantire un sistema integrato dove poi ciascun aeroporto possa essere indipendente” commenta Massimiliano Pompignoli (Lega Nord) che si dichiara soddisfatto della proposta presentata dagli imprenditori. “Da troppo tempo lo scalo di Forlì è chiuso e la comunità locale e regionale ha bisogno che venga rilanciato”. Per questo il leghista si augura che venga garantito “il sostegno necessario per riaprirlo in tempi brevi e tornare a volare”.
D’accordo con Pompignoli anche Paolo Zoffoli (Pd): “Quando la politica è passione per il territorio, non possiamo che essere tutti soddisfatti di iniziative come questa” commenta, aggiungendo che “oggi i numeri ci hanno dimostrato che Forlì può arricchire il nostro territorio – è proprio il sistema Regione che con il nuovo aeroporto avrà un valore aggiunto”.
Il progetto della cittadella-aeroporto piace alla consigliera del Pd, Valentina Ravaioli. “Lo scalo come centro di conoscenza, studio e formazione è un progetto da incentivare, non tanto in un’ottica di competizione, ma per rilanciare una sfida di internazionalizzazione”. Andrea Bertani (Movimento 5 stelle) chiede invece chiarimenti sugli obiettivi del piano. Il consigliere è scettico sulla prospettiva di crescita del 7% l’anno, anche dopo il campanello d’allarme lanciato dall’esperienza di Rimini. “Mi domando anche come sia possibile fare un ragionamento integrato e lavorare in sinergia con le altre province”.
“Grazie al lavoro delle istituzioni e stakeholders, il sistema può essere integrato” assicura Gasparrini che rilancia i punti di forza di Forlì (polo tecnologico).
Anche l’assessore Raffaele Donini garantisce supporto al progetto. Dopo aver chiarito in questa fase transitoria con Enac e il Ministero le questioni degli oneri di gestione, “la Regione si porrà non tanto come ‘controllore’ ma come ‘facilitatore’ per il piano di sviluppo dello scalo di Forlì” spiega. E parla anche di possibili investimenti per interventi infrastrutturali che possano rientrare nei fondi Ue 2020-2027.
(Francesca Mezzadri)