Sapere quanti siano i trattamenti di procreazione medicalmente assistita per residenti in Emilia-Romagna eseguiti in Toscana e la conseguente spesa sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna per rimborsi. A chiederlo, con un’interrogazione, è il consigliere regionale della Lega nord Marco Pettazzoni.
“La Regione Toscana – spiega l’esponente del Carroccio – effettua un numero di trattamenti a favore dei suoi residenti inferiore in assoluto rispetto a quelli effettuati dalla Regione Emilia-Romagna a favore dei residenti emiliano-romagnoli”. Infatti, “in Emilia-Romagna, a fronte di 4.598 cicli di procreazione medicalmente assistita, i cicli effettuati a favore di residenti in altre Regioni sono il 33,3%, di cui il 16,7% effettuato da centri pubblici ed il 16,6% effettuato da privati. In Toscana, a fronte di 6.559 cicli di procreazione medicalmente assistita, i cicli effettuati a favore di residenti in altre regioni sono il 65,4% di cui il 65% è effettuato da centri pubblici o privati accreditati e solo lo 0,4% effettuato da privati”. Inoltre, “Il centro privato accreditato Florence di Firenze ha pubblicato una inserzione a pagamento su un quotidiano con cui informa i residenti in Emilia-Romagna che, al solo costo del ticket praticato in Regione Toscana, è possibile effettuare trattamenti di Pma dove ovviamente la differenza di costo tra prestazione sostenuta e ticket sarà a carico della Regione Emilia-Romagna”.
Dunque, Pettazzoni interroga la giunta per sapere “quanti siano i trattamenti di procreazione assistita effettuati da residenti in Emilia-Romagna in Toscana, in regime pubblico o privato accreditato e la conseguente spesa sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna, quali siano gli attuali tempi d’attesa per l’accesso ai trattamenti di Pma nelle 10 strutture pubbliche, per quale motivo la Regione Emilia-Romagna non provveda ad accreditamenti di strutture private presenti in Regione Emilia-Romagna, sul modello adottato dalla Regione Toscana e – infine – quali provvedimenti la nostra giunta ritenga di adottare per garantire in generale l’accesso alle cure ai pazienti del settore sanitario e in particolare a quelle che necessitano dell’effettuazione delle tecniche di procreazione assistita associate a “diagnosi pre-impianto”.
(Margherita Giacchi)