“Prima della commemorazione dell’Eccidio di Modena del 9 gennaio 1950, in ricordo dell’uccisione di sei lavoratori modenesi che partecipavano allo sciopero delle Fonderie di via Ciro Menotti, agenti della Digos hanno distrutto un’opera di street art proprio davanti alle persone presenti alla manifestazione, definendo l’opera ‘una schifezza’ e ‘inopportuna’. La Regione accerti la vicenda, verificando se i poliziotti abbiano agito su iniziativa personale oppure se abbiano ricevuto ordini dai superiori. La Giunta verifichi anche se può configurarsi il reato di abuso di potere”. A chiederlo, con un’interrogazione, è il consigliere Piergiovanni Alleva (AltraER).
La notizia – scrive il consigliere nell’atto ispettivo – si è diffusa rapidamente sui social media ed è apparsa sulla stampa locale. “L’intimazione degli agenti della Digos di Modena a non fotografare nè riprendere la distruzione dell’opera può essere considerato abuso di potere” commenta il capogruppo. L’opera, a cura del gruppo di artisti “Collettivo FX”, raffigurava un fotografo che riprende un soggetto e una fucilazione, con sagome sfasate: l’obiettivo della fotocamera diventa un fucile e sul soggetto della foto si sovrappone una sagoma che cade colpita. La manifestazione di ricordo si è poi svolta senza problemi.
“In un momento storico come quello attuale- continua Alleva- in cui la rappresentazione di eventi passati risulta intossicata dalla retorica delle narrazioni eversive di una parte del governo in carica, diventa necessario promuovere e diffondere attraverso tutti gli strumenti possibili, fra cui anche e soprattutto la street art, la memoria storica relativa a eccidi come quello celebrato a Modena”.
(Stefano Chiarelli)