“I dati indicano che il personale ospedaliero delle Aziende Sanitarie pubbliche, che deve sostenere un lavoro fisicamente usurante, spesso risulta stressato e non idoneo alle proprie mansioni a causa di limitazioni comprovate dagli organismi competenti. E ciò, talvolta, produce effetti negativi sulla qualità e sui livelli delle prestazioni erogate dalle strutture sanitarie. Per questo la Regione deve intervenire, attuando da subito una vera sorveglianza in tutte le Ausl del territorio”.
A chiederlo, tramite un’interpellanza, è la consigliera del Movimento 5 Stelle Giulia Gibertoni.
Questa situazione – scrive Gibertoni nell’atto ispettivo – è dovuta anche all’età media degli infermieri, che oggi si attesta sui 49 anni e cresce di sei mesi all’anno. Il mancato reintegro dei giovani e il prolungamento dei termini per l’uscita dal servizio hanno reso un fenomeno ‘normale’ avere negli organici professionisti con età più elevate rispetto al passato. “Ma dal momento che non può esserci un sistema sanitario efficiente con personale in età avanzata e limitazioni parziali- prosegue Gibertoni- la Regione renda realmente operativa la sorveglianza sanitaria in tutte le Ausl del territorio regionale, avviando da subito in tutte le strutture un’indagine sulle ripercussioni causate da carico lavorativo, stress, rischio d’infortuni e impiego adeguato del personale con idoneità limitata”.
Giulia Gibertoni chiede anche alla Giunta “quali azioni intenda attuare per contrastare lo stress lavorativo degli infermieri, i più esposti a causa delle mansioni complesse, dal rapporto con il paziente, dal carico di lavoro in molti casi eccessivo e usurante nonché dai turni lavorativi che spesso prevedono lavoro notturno e straordinari”. Senza considerare – analizza la consigliera – “il numero di accessi sconcertanti e insostenibili nei Pronto soccorso, non affrontabili dagli operatori sanitari con le attuali coperture delle piante organiche”. Che, quindi, “sono costretti a lavorare con stress, fretta e confusione costante. E ciò non fa altro che aumentare i rischi di errore in modo esponenziale”.
(Stefano Chiarelli)