Udienza conoscitiva dei soggetti portatori di interessi (stakeholders) quella tenuta oggi dalla commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, sul progetto di legge che regolerà lo sviluppo, l’esercizio e la tutela dell’apicoltura in Emilia-Romagna, di cui sono relatori, rispettivamente di maggioranza e di minoranza, Luciana Serri (Pd) e Matteo Rancan (Ln). Convocati.
La proposta di legge – ha spiegato la relatrice dem Luciana Serri – ha l’obiettivo di disciplinare in modo innovativo l’allevamento e la tutela delle api, sia con attenzione all’aspetto economico-produttivo sia con attenzione all’aspetto ambientale (salvaguardia della biodiversità). Fra le finalità del progetto di legge, la consigliera ha ricordato: la promozione dell’apicoltura; l’adozione di misure di difesa igienico-sanitarie e di contrasto al fenomeno dello spopolamento degli alveari e della moria delle api; la tutela della popolazione apistica e della biodiversità delle specie, in particolare preservando dal rischio di ibridazione l’ecotipo emiliano-romagnolo della sottospecie Apis mellifera ligustica (ape italiana). Per questo, – ha precisato la relatrice – nel progetto di legge si chiariscono anche le attività di controllo, vigilanza e sanzioni che verranno attuate per limitare la selezione e l’allevamento di api appartenenti a specie diverse dalla Ligustica. La proposta legislativa – ha concluso Luciana Serri – è frutto di lunga e attenta concertazione e la Regione, per la corretta applicazione nonché il monitoraggio delle nuove norme, si avvarrà della Banca dati apistica e del Tavolo apistico regionale.
Ha aperto gli interventi Alessandro Ghetti (Coldiretti ER), esprimendo apprezzamento e condivisione per l’obiettivo del progetto di legge di rafforzare la tutela delle api, in particolare la specie autoctona, sia per le importanti ricadute sulle produzioni agricole che per la tutela della biodiversità. Nel ricordare come il 25% degli apicoltori attivi in Emilia-Romagna siano associati a Coldiretti, molti dei quali – ha sottolineato – sono giovani e operano in aree svantaggiate, Ghetti ha chiesto che l’associazione abbia una rappresentanza permanente in seno al Tavolo apistico regionale. In conclusione, l’esponente di Coldiretti, pur condividendo l’apparato sanzionatorio previsto nel progetto di legge, ha ricordato come la sua efficacia sia legata all’accertamento puntuale e inequivocabile delle violazioni e alla definizione chiara e semplice delle regole.
Matteo Marchesi (Associazione apicoltori felsinei), intervenuto però a titolo personale, ha manifestato dubbi sull’efficacia delle misure a tutela dell’ape Ligustica dal rischio di ibridazione, invitando la Regione a inserire nel disegno di legge un preciso divieto di allevamento e detenzione di api appartenenti ad altre specie. Questo perché, ha precisato Marchesi, non sono pochi in Emilia-Romagna gli apicoltori che allevano e detengono api appartenenti a specie diverse dalla nostrana.
Piero Peri (Confederazione italiana agricoltori – Cia ER) ha evidenziato come l’interesse per la nuova legge regionale sia elevato, in quanto l’apicoltura è un’attività che attrae sempre più giovani e donne, sia per hobby sia in termini di impegno professionale.
Giorgio Ladurini (Associazione apicoltori “Amici delle api”) ha invitato la Regione a promuovere con forza l’attività di selezione genetica e di allevamento dell’ape Ligustica, al fine di preservare l’ape nostrana dall’ibridazioni di altre specie di api introdotte nella nostra regione da taluni apicoltori perché inopinatamente ritenute più produttive. Inoltre, Ladurini ha sollecitato interventi a tutela e per il potenziamento del patrimonio boschivo e di piante autoctono (tigli, acacie, etc), fondamentale per la crescita e diffusione dell’ape nostrana.
Diego Pagani (Consorzio nazionale apicoltori – Conapi), nel sottolineare l’apprezzamento del Consorzio per una proposta di legge destinata a fare scuola nel rapporto tra agricoltori e apicoltori, in merito alla tutela dell’ape Ligustica ha invitato la Regione a evitare l’introduzione di parametri troppo restrittivi, che rischierebbero di compromettere l’attività di allevamento. Tutela sì – ha concluso – ma senza ingessare l’attività dell’apicoltore, specie riguardo alla transumanza degli alveari per esigenze produttive.
Giulia Gibertoni (M5s) ha chiesto ai tecnici della Regione presenti se sia possibile, sotto il profilo giuridico, rafforzare ulteriormente le misure a tutela dell’ape nostrana, per addivenire a una tracciabilità degli allevamenti che sia la base per la realizzazione di una filiera regionale del miele tracciata e certificata. Ciò anche tramite finanziamenti o sgravi fiscali alle aziende che scelgono di fare ricerca.
Ha chiuso gli interventi Franco Asioli (Cooperativa apicoltori Bagnacavallo), che ha sollecitato la Regione a prevedere che al Tavolo apistico regionale siedano i rappresentati degli apicoltori e non le rappresentanze agricole (Coldiretti, Cia, etc), ancorché abbiano apicoltori fra gli associati.
(Luca Govoni)