Inserire la secolare quercia presente in località Castellina, nel Comune di Premilcuore, nel forlivese, all’interno dell’elenco di tutela degli alberi protetti, ai sensi della legge regionale 2/1997, così da riconoscerne l’intangibilità e la possibilità di interventi mirati, come i tagli consistenti alla chioma, dopo la valutazione dei tecnici del Servizio fitosanitario regionale. Lo chiede, in un’interrogazione, la consigliera Manuela Rontini (Pd).
La quercia – scrive la consigliera nell’atto ispettivo – è stata potata e messa in sicurezza in seguito alla segnalazione di un potenziale pericolo per l’incolumità dei cittadini. L’intervento sarebbe stato necessario per alcuni danni alla stabilità dell’albero, causati da vento e intemperie, che avrebbero messo a rischio anche una linea elettrica Enel. Secondo le cronache locali, “sono stati tagliati rami in gran quantità, tanto che a terra si sono contati oltre cento quintali di legna, anche se la maestosità dell’albero non è stata pregiudicata”. Senza entrare nel merito dei motivi che hanno portato alla potatura, analizza Rontini, “occorre tenere in considerazione la maestosità e la monumentalità della quercia, operando con la massima cautela e affidandosi a pareri tecnici”. E la sicurezza che ciò avvenga sarebbe possibile “attraverso la legge regionale n. 2/1997. L’azione concreta di tutela – prosegue la consigliera – viene svolta da un soggetto, individuato con decreto del Presidente della Regione, a cui l’esemplare arboreo viene affidato. Di norma l’esemplare viene affidato al Comune del territorio in cui si trova, ma la legge regionale identifica un arco molto ampio di possibili affidatari”.
La Regione Emilia-Romagna, peraltro, già nel 1977 aveva previsto con la legge n. 2 in materia di salvaguardia della flora la ‘particolare tutela degli esemplari arborei singoli o in gruppi, in bosco o in filari di notevole pregio scientifico o monumentale’. “Uno strumento di tutela- continua la consigliera- grazie al quale risultano censiti e tutelati quasi 600 alberi emiliano-romagnoli”. Non tutte le piante monumentali però sono state individuate, censite e sottoposte a protezione. E questo è il caso della quercia di Castellina.
Per questo Manuela Rontini chiede alla Regione “quali accorgimenti aggiuntivi potevano essere adottati negli anni per prevenire il pericolo che la pianta diventasse instabile e per conciliare la sua esistenza con le esigenze di incolumità della popolazione e la salvaguardia del corretto funzionamento delle linee elettriche”. E se “si ritenga sufficiente l’obbligo, previsto dal nuovo Regolamento forestale, di iscrizione delle imprese all’Albo degli operatori forestali, per evitare il rischio che personale non specializzato in arboricoltura professionale agisca sul patrimonio naturalistico, benché non censito e protetto, evitando che venga compromesso”.