Focus di Marco Pettazzoni sull’ospedale di Cento. Il consigliere della Lega nord con un’interrogazione chiede infatti alla Giunta “qual è l’obiettivo che si è posta l’Azienda Usl di Ferrara per la struttura, vista la significativa e tangibile riduzione dei posti letto in diversi reparti, come chirurgia, ortopedia, urologia, ginecologia, medicina e lungodegenza, oltre all’inadeguatezza di alcuni esami diagnostici”.
L’esponente del Carroccio sottolinea nell’atto ispettivo come “da parecchi anni l’ospedale sia oggetto di programmi di riorganizzazione che non hanno portato a risultati positivi né per la struttura né per il territorio di riferimento. Dopo il terremoto del 2012, con la costruzione della piastra chirurgica, si è andato depauperando il numero dei posti letto”. E spiega: la piastra chirurgica da due anni ha accolto anche la ginecologia, lasciando nel reparto grande spazio che ospita “un numero sempre in calo di parti”, passati dagli 800 del 2009 ai meno di 400 nel 2018. “Nonostante l’attivazione della guardia attiva del pediatra- commenta Pettazzoni- un neonato su quattro viene trasferito a Ferrara. Le gravidanze a rischio sono aumentate in modo esponenziale e vengono dirottate su Cona e Bologna”.
Non solo: il leghista mette in evidenza come sia stata “depauperata la radiologia” e come “gli esami ematici nelle ore notturne, nei prefestivi e nei festivi vengano eseguiti con test point-of-care (Poct)”. Questi test, aggiunge, “non sono attendibili e infatti altrove, come all’ospedale del Delta, non vengono praticati”. Pettazzoni ricorda anche l’abolizione della guardia attiva chirurgica per tre notti a settimana, “sostituita- specifica- con una reperibilità”, la “distruzione” dell’urologia. A questi problemi, continua il leghista nell’interrogazione, si aggiungono le migrazioni di medici verso altre strutture pubbliche e private, l’abbandono dell’ala parallela alla lungodegenza, “ricoperta da guano di piccioni e sporcizie varie”, che fa il paio con l’area dell’accettazione della radiologia appena ristrutturata, assieme al Pronto soccorso. Tutte aree “non sono utilizzate. Inoltre- specifica- non esiste un progetto per i locali del vecchio Pronto soccorso, senza contare che anche il laboratorio analisi chiede maggiore dignità”.
All’ospedale di Cento occorre, termina il leghista, “più personale, più medici, tecnici ed infermieri. Attualmente sono troppo poche le figure professionali che reggono il peso della struttura e si sobbarcano tutti gli oneri derivati da decisioni poste in essere dalle direzioni in funzione del risparmio”.
E quindi invita l’esecutivo regionale a “prendere in considerazione, per l’ospedale di Cento, l’ipotesi di lavorare in rete e in sinergia con altre strutture al fine di garantire maggiori servizi, prestazioni e numero di professionisti” e ad attivare, “tenuto conto delle lunghe liste d’attesa in altre strutture per alcuni esami e trattamenti chirurgici, almeno una parte di questi a Cento, visti i tanti spazi non utilizzati”.
(Andrea Perini)