Sanità e welfare

Sanità Bologna. Rizzoli e Ausl Imola, Galli (Fi): problemi al sistema informatico gestione ordini

Nell’interrogazione il consigliere chiede alla Giunta di accertare le responsabilità relative ai problemi tecnici del nuovo software per la gestione degli ordini materiali

Il funzionamento del nuovo sistema informatico per la gestione degli ordini materiali all’Ausl di Imola e all’ospedale Rizzoli di Bologna finisce al centro dell’interrogazione presentata dal consigliere Andrea Galli (Forza Italia), che chiede l’intervento della Regione per “superare le criticità segnalate a mezzo stampa e dalle maggiori sigle sindacali”.

In particolare – scrive il consigliere nell’atto ispettivo – è stata segnalata la difficoltà per l’acquisto di un kit chirurgico per la tracheotomia, che nel sistema informatico non era classificato nel modo corretto, con conseguente ritardo nell’acquisto del kit stesso”. E questo, analizza Galli, sarebbe “solo uno dei disagi cui sono andati incontro gli operatori sanitari, allarmati perché la piattaforma di fatto sarebbe una ‘scatola vuota’, con il concreto rischio che possano addirittura saltare interventi chirurgici”.

Il software in questione, il Gaac, utilizzato dal primo gennaio 2019, nello specifico serve per l’acquisto di beni e farmaci. “I sindacati- continua il capogruppo- hanno segnalato anche il mancato funzionamento di diverse parti: l’analisi dei consumi per l’emissione di ordini (che nel 2018 sono stati oltre 20mila), i moduli per la gestione delle protesi in sala operatoria, con gli ordini fatti a mano con fax e l’invio automatico di ordini sulla piattaforma regionale, con l’effetto che una mole considerevole di dati, che consentivano la localizzazione in magazzino dei materiali e la preparazione ordinata delle forniture ai reparti, non sono stati trasmessi. E tutte le operazioni della filiera di gestione dei beni è in fortissima sofferenza e sta seriamente rischiando il collasso”. In più, “non funzionerebbero gli ordini relativi ai servizi che, solo nel 2018, hanno avuto un valore di oltre 15 milioni di euro”.

Da qui l’iniziativa di Galli, che chiede all’esecutivo regionale “per quale motivo si sia scelto di ricorrere a un software evidentemente non pronto e senza una graduale transizione”. E se intenda “attivare le verifiche di competenza per accertare eventuali responsabilità”.

(Stefano Chiarelli)

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